Clamoroso

Pd nel pallone, l'attacco clamoroso della Fiorentina: "Votate per i soliti e poi..."

Christian Campigli

Un attacco deciso, perentorio. Che pone pesanti interrogativi. Una presa di posizione senza precedenti, contro chi, da sempre, amministra il potere a Firenze. Da alcune ore, su Facebook, gira un video di Joe Barone, numero due della Fiorentina. Il dirigente, appoggiato al bancone del bar del Viola Park, spiega la situazione attuale della compagine gigliata ad alcuni tifosi. E, in particolar modo, analizza le difficoltà relative alla ristrutturazione dello stadio. “Noi non vogliamo andare via da Firenze. Qualcuno ci costringe a portare la Fiorentina fuori da Firenze e siamo tutti danneggiati: città, tifosi, soprattutto il movimento viola. Quello che abbiamo fatto con il Viola Park eravamo disposti a farlo anche con lo stadio. Questo centro sportivo non è un plastico, è realtà. Non abbiamo mai fatto plastici. Questo rimane a Firenze, non lo portiamo a New York. E oggi il valore della Fiorentina è molto più alto. Certo, è una realtà che costa perché senza dipendenti e giocatori, per mantenere una realtà del genere servono dieci milioni l'anno, son soldi", ha detto.

 

  

 

 

 Ma guardiamo al futuro della Fiorentina con progettazione, programmazione. Vedo che ci sono nonni, zii, genitori che portano avanti la tradizione viola con i loro nipoti e figli, io sono qui per proteggerla. È una cosa unica. La Fiorentina a Firenze è uno stile di vita e va protetto. La Fiorentina non è un giocattolo della politica, ma nemmeno quello di Rocco o di Barone. Non è il giocattolo di nessuno. Se la Fiorentina andrà a giocare a Cesena o a Modena, sarà un enorme danno alla società. Noi eravamo pronti a mettere 300 milioni per fare lo stadio e siamo stati bloccati. Siamo ancora disposti a parlare, ma siamo gente seria. Lo so che ci saranno le elezioni a breve. E allora votate, votate. Votate il vostro governatore e non cambierà nulla. Io sono qui per cambiare le cose”, ha aggiunto.

 

 

Un atto di accusa evidente, a Eugenio Giani e Dario Nardella. Che, ovviamente, avrà un peso enorme alle prossime elezioni comunali ed europee. Al primo cittadino, che aveva accusato il governo Meloni di occupare in modo totalizzante la televisione pubblica, ha replicato il senatore di FdI, Paolo Marcheschi. “Per muovere un'accusa di una simile gravità sono necessari dei dati a supporto. Oggi la Rai, senza il Pd al governo, ha buoni dati di ascolto e segue criteri di merito, non più di appartenenza grazie alla tessera in tasca, che è una pratica invece ben nota in Toscana. Proprio lui, peraltro, dovrebbe intendersi di occupazione militare, dato il soffocamento di ogni pensiero diverso dal suo e del suo partito”.