Superbonus, il governo supera il problema: via libera dal Cdm ad una norma ad hoc
C'è l'accordo nel governo sul Superbonus. Il vertice prima del Consiglio dei ministri (assente il premier Giorgia Meloni) ha visto protagonisti i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. L'intesa ha portato al via libera da parte del Cdm a una norma ad hoc, senza passare dal Milleproroghe. Che è stato approvato nel corso dell'ultima riunione dell'esecutivo dell'anno insieme a quattro decreti legislativi attuativi della delega fiscale, incluso il primo modulo della riforma Irpef che riduce gli scaglioni da quattro a tre. Ma i riflettori erano puntati soprattutto sul Superbonus, dopo il pressing di Forza Italia che andava avanti da settimane per un intervento su questo nodo e le critiche di Giorgetti ad una misura con "effetti radioattivi" per le casse dello Stato.
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Il Cdm, sottolineano fonti di Palazzo Chigi, ha approvato alcuni interventi in materia di bonus edilizi, riportando la relativa disciplina "al buonsenso e alle sue corrette finalità". Non è prevista nessuna proroga, viene spiegato, ma "si incentivano i lavori limitando usi impropri e storture". Esulta il vicepremier e segretario nazionale di FI, Antonio Tajani: "Sono molto soddisfatto per l'accordo che abbiamo trovato, perché c'è una tutela importante per le imprese e per i cittadini, soprattutto quelli meno abbienti. Di fatto, ci sarà una sorta di sanatoria per il 2023, per chi ha superato il 30% dei lavori, e non dovrà pagare nulla anche per eventuali omissioni. Né quindi l'impresa si rivarrà sui clienti-condomini né dovrà versare penali allo Stato, restituendo i soldi avuti". Tajani, quindi, chiarisce: "Eventuali nuove truffe" legate al Superbonus "è ovvio che non dovranno esserci, ma si parla già di imprese che hanno portato avanti il loro lavoro, quindi dovranno certificarlo. I controlli ci saranno".
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Entrando nel dettaglio, sarà riconosciuto il credito d'imposta per tutti i lavori realizzati al 31 dicembre di quest'anno, mentre per le opere ancora da effettuare viene confermato il bonus al 70%. Ai singoli soggetti con Isee inferiore a 15mila euro sensibilmente aumentato in base ai componenti del nucleo familiare, si garantisce il credito del 110% anche per la quota di lavori non asseverati al 31 dicembre. "In buona sostanza – si sottolinea – chi non ha concluso i lavori entro l'anno non si troverà nella grave condizione di dover restituire tutti i crediti fino a quel momento maturati". In secondo luogo, per i lavori non conclusi al 31 dicembre, subito prima dell'inizio del 2024, e per compensare la quota che scenderà dal 110 al 70%, lo Stato interverrà utilizzando il fondo povertà con riserva di aumentarne la capienza durante l'esercizio finanziario.
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