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Migranti, ong contro il governo. E la sinistra le appoggia: “Disumano”

Christian Campigli
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Il delirio di onnipotenza di chi è convinto di potersi assumere decisioni che spettano, in realtà, solo al governo. La convinzione di essere nel giusto, sempre e a priori. L'ossessiva e petulante ricerca dello scontro con la maggioranza di centrodestra, accusata di essere «fascista» solo perché cerca di difendere le nostre tradizioni ed i nostri confini. Immancabile, con cadenza quindicinale, ecco spuntare una nuova polemica delle Ong, le organizzazioni paladine delle folli teorie no border. Questa volta l'accusa rivolta al nostro esecutivo è di aver assegnato un porto non gradito ai migranti. «Abbiamo salvato 119 persone e l’Italia ci ha assegnato Marina di Carrara come porto sicuro. Dista 1150 km. Lo scopo di questi porti remoti è tenere le navi di soccorso lontane dall’area operativa in modo da non poter salvare altre persone». Un messaggio delirante, quello diffuso ieri mattina su X da Sea Watch, dopo il salvataggio della vigilia di Natale.

 

 

La maggioranza di centrodestra, per evitare che il novantanove per cento degli sbarchi avvenisse in Sicilia e in Calabria, ha deciso, ormai da molti mesi, di redistribuire l'assegnazione dei porti anche a regioni del centro Italia. Una svolta attesa da anni nel Meridione, ma che non piace affatto a chi sogna di cancellare le millenarie consuetudini del Vecchio Continente. E così, ogni volta, gli immigrazionisti suonano sempre la stessa, noiosa, musica. Tra i mille episodi, si può citare quello dello scorso fine ottobre, quando, attraverso un post pubblicato su X, la Sos Humanity, affermò che «gli 88 migranti ancora a bordo non possono sbarcare. Nonostante il peggioramento delle condizioni meteo, le autorità italiane hanno negato la richiesta del capitano di riconsiderare l'assegnazione del porto di Bari a favore di uno scalo più vicino. Humanity 1 deve proseguire verso il luogo sicuro assegnato dall'Italia, a oltre mille chilometri dall'ultimo salvataggio. Ciò è contrario al diritto marittimo. Condanniamo questa pratica illegittima da parte dell'Italia, che ignora i bisogni e i diritti delle persone vulnerabili in una situazione di necessità umanitaria». L'errata convinzione di essere nel giusto aveva portato le organizzazioni non governative a rivolgersi persino ai tribunali italiani. Il Tar del Lazio, lo scorso giugno, decise che non vi era alcuna illegittimità nei provvedimenti con i quali, a inizio anno, le autorità del nostro Paese avevano assegnato i porti di Ancona e La Spezia alla Geo Barents, la nave di «Medici senza frontiere». Il tribunale amministrativo ribadì come sia «evidente e innegabile» che spetti al Viminale assegnare il porto in quanto «le operazioni di soccorso vanno inquadrate nel più ampio e complesso contesto del fenomeno migratorio via mare che, oltre al soccorso, prevede anche l’accoglienza, l’ordine pubblico e la gestione generale del fenomeno migratorio». Ma non solo:

 

 

i giudici misero nero su bianco come non convincesse «l'architrave logico secondo il quale la nozione di porto sicuro coinciderebbe necessariamente con quello più vicino alla zona di soccorso. Anche perché manca una definizione chiara ed internazionalmente condivisa di porto sicuro indissolubilmente legata al concetto di porto più vicino». Ciononostante, le polemiche non si sono ancora esaurite. Anzi, vengono cavalcate, come da prassi, dalla sinistra. «Cara SeaWatch, fai bene a polemizzare con il governo del mio Paese che fa di tutto per mettersi di traverso contro le ong che salvano vite umane in mare – ha scritto su X Sandro Ruotolo, responsabile informazione della segreteria Pd -. Mandarvi al porto di Marina di Carrara a 1150 km dal luogo dove avete salvato 119 immigrati è disumano». Eppure, la Sea Watch è la stessa organizzazione che, senza pudore né vergogna, quaranta giorni fa annunciò il varo della loro nuova imbarcazione con questo agghiacciante messaggio. «Stiamo inviando una nave contro le politiche migratorie di estrema destra dell'Italia, contro gli attacchi all'asilo e ai diritti umani da parte dell'Ue e contro i tentativi di criminalizzazione da parte del governo tedesco».

 

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