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Firenze, multa al tenore di strada. Scoppia la polemica politica

Christian Campigli
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Una sproporzione evidente. Trasformatasi in pochi giorni in una polemica squisitamente politica. Che, da oltre una settimana, vede coinvolta mezza Firenze. La cronaca cittadina narra di un cantante lirico, un tenore per la precisione, multato perché era solito esibirsi senza permesso (reato gravissimo) nelle piazze del centro storico. Per "fermarlo", manco fosse un pericolo terrorista islamico, sono "dovute" intervenire ben quattro pattuglie di agenti della polizia municipale. Quattro. Durante le operazioni, sono stati numerosi i cittadini che hanno letteralmente inveito contro gli uomini in divisa. Il motivo? Misha, un ragazzo israeliano di 36 anni, in Toscana da circa un anno, con la sua voce potente e al tempo stesso soave, aveva catturato l'attenzione di cittadini e turisti. All'improvviso, l'atmosfera natalizia è stata spezzata dall'intervento dei vigili, che hanno scatenato l'ira dei presenti, stizziti per un intervento ritenuto esagerato nei confronti di una persona che stava solo cantando. 

 

 

La notizia, data dai quotidiani locali, si è rapidamente diffusa anche in rete. E in migliaia si sono scagliati contro l'amministrazione comunale. Che, prontamente, ha cercato di correre al riparo. Diffondendo un solerte comunicato stampa. “Sul posto è intervenuta la pattuglia del reparto zona centrale – ha affermato il comandante Francesco Passaretti - che era in loco per i normali interventi di presidio del territorio e che ha cercato di fare il proprio dovere. Solo a seguito delle ripetute rimostranze del tenore, e delle evidenti provocazioni poste in essere dal medesimo, gli operatori hanno correttamente ritenuto di chiamare altri colleghi in ausilio. Forse avrebbero fatto meglio ad andare via, lasciando passare il messaggio che se si è bravi si possono anche non rispettare le regole? Io non credo”. Classico esempio di quando la toppa si rivela essere peggio del buco. 

 

 

Due aspetti vanno però chiariti: le forze dell'ordine hanno solo svolto il proprio mestiere e la questione è, ovviamente, politica, di indirizzo, di idea di città che l'amministrazione Nardella e il Pd vogliono dare a Firenze. Le principali domande che i Fiorentini si sono posti sono sostanzialmente tre. Perché la stessa solerzia non è stata usata quando si trattava di sgomberare l'ex hotel Astor, la struttura occupata abusivamente da mesi da sudamericani e rumeni, che ha inghiottito la piccola Kata, la bambina peruviana di cinque anni scomparsa a giugno nell'indifferenza generale? Perché lo stesso rigore non viene applicato con gli oltre centocinquanta immigrati africani clandestini che, ogni giorno, spacciano eroina e coca alla luce del sole al parco delle Cascine? Perché l'unico interesse di Palazzo Vecchio sembra essere quello di elevare multe, di far cassa con telepass che sanzionano infrazioni di appena un chilometro orario, di imporre assurdi limiti urbani a 30 km/h, di vietare la circolazione ad auto di appena dieci anni e di eliminare i parcheggi non a pagamento? Interrogativi che determineranno, più di mille (noiosissimi) aspetti ideologici, lo scontro di giugno tra Sara Funaro, Eike Schmidt e Stefania Saccardi.

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