Giustizia

Crosetto: "Dobbiamo uscire dallo scontro pregiudiziale tra politica e magistratura"

Benedetto Antonelli

Guido Crosetto torna alla Camera per un'informativa urgente alla Camera sulla giustizia, che scatena la reazione delle opposizioni. «Il mio non è stato un attacco alla magistratura, io ho profondo rispetto. Le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere nelle discussioni dei magistrati. Non emergere in modo carbonaro, ma in modo molto evidente», sottolinea il ministro della Difesa. Che poi chiarisce: «Ho capito che esiste da parte della magistratura la percezione di un attacco. Penso che nessun potere, nessun organo dello Stato debba sentirsi sotto attacco da parte di un altro, o limitato nelle sue azioni dall'altro». A suo dire, insomma, «sarebbe ora di costruire un tavolo di pace». Il motivo? «Se vogliamo uscire dallo stallo in cui la politica italiana è da quasi 30 anni- segnala il titolare della Difesa - dobbiamo uscire dallo scontro pregiudiziale tra politica e magistratura definendo le regole». 

 

  

 

Musica per le orecchie per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Che commenta così le parole del collega di governo: «Condivido in pieno le sue parole e le sue preoccupazioni», così come «l'auspicio che si istituisca un tavolo di pacificazione, perché da troppo tempo vi sono conflitti e soprattutto malintesi tra la politica e la magistratura». Non finisce qui. Secondo Crosetto, «la colpa non è della magistratura. Il magistrato, se non ha personale, se non ha strumenti, non può rispondere. La colpa è complessiva. Parte dal governo, parte da chi in questi anni si è concentrato piuttosto su uno scontro, senza andare a risolvere i problemi che riguardano le aziende ei cittadini normali». Le opposizioni sono sulle barricate. «Vogliamo respingere una narrazione che trova fondamento in 20 anni di berlusconismo, periodo che pensavamo fosse finito», sbotta la responsabile Giustizia della segreteria del Pd, Debora Serracchiani. «Nordio risponde con i fatti agli allarmi del suo collega ministro Crosetto.
Non è possibile che all'interno dello stesso governo un ministro esprima preoccupazioni e l'altro, titolare della delega, non agisca», segnala Davide Faraone (Iv). E la deputata del M5S, Valentina D'Orso, attacca: «Ministro, anche oggi non ha chiarito quali fatti l'hanno spinto a formulare quelle gravi accuse. Perché lei ha accusato una parte della magistratura di intenzioni eversive. Era un'ennesima operazione di distrazione di massa per nascondere i fallimenti del governo? O era un'intimidazione?». 

 

 

Per il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Giustizia della Camera, Devis Dori, «la democrazia si fonda sull'equilibrio e sul rispetto reciproco delle istituzioni, evitando qualsiasi forma di delegittimazione o prevaricazione».
Dopo il suo intervento alla Camera, il ministro Crosetto porta a casa un risultato importante in Consiglio dei ministri, con il governo che dà il via libera al nuovo decreto per l'invio di aiuti, anche militari, all'Ucraina. La proroga della cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti alle autorità governative di Kiev riguarderà tutto il 2024, previo atto di indirizzo delle Camere. «Ancora una volta l'Italia sceglie di essere dalla parte della libertà delle nazioni e del rispetto del diritto internazionale, con l'obiettivo di arrivare, in linea con la posizione assunta dagli alleati Nato eUe, a una pace giusta e duratura», dice Crosetto, che aggiunge: «Sul sostegno all'Ucraina non esiste alcun problema politico all'interno della maggioranza di governo che intende, invece, rispettare il ruolo e il vaglio del Parlamento». «Preferisco spiega - non avere scorciatoie tipo Milleproroghe perché sarebbe come nascondersi dentro qualcos'altro. Siccome non c'è fretta, perché facciamo oggi l'ottavo pacchetto (la nuova fornitura presentata oggi al Copasir dal ministro, ndr) e possiamo anche passare» dal Parlamento «a gennaio».