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Prodi trama in segreto per affossare Schlein: “Così si snatura il Pd”

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La scena politica italiana si anima di nuove tensioni e contraddizioni, evidenziando due volti distinti di Romano Prodi, il federatore e lo sfederatore. Durante l’ultimo evento del Partito Democratico, l’ex premier ha pubblicamente elogiato Elly Schlein, riconoscendo in lei la capacità di "federare" la sinistra. Tuttavia, sottovoce e dal retroscena del Foglio, emerge un Prodi più critico, che teme che la segretaria, candidandosi alle elezioni europee, possa "snaturare il Pd" e contribuire ad accelerare "il semipresidenzialismo della Meloni". Quest'ultimo Prodi, più riservato, suggerisce che Schlein rischia di polarizzare la politica sul suo conto. Le divergenze di opinione tra Prodi e Schlein si rivelano evidenti quando Prodi stesso afferma che il partito di Schlein sembra più un "nuovo esperimento di partito personale" che una vera federazione di forze politiche.

 

 

L'analisi critica di Prodi sulla "manifestazione da spaesati" rappresenta la posizione di chi vede il Partito Democratico di Schlein come un distacco evidente dal vecchio Pd. L'operazione Tiburtina, considerata da Prodi e altri come una dimostrazione di smarrimento, contribuisce a definire questa nuova realtà politica come un'entità separata: l’ex leader vede la disgrazia imminente. Secondo il Professore, Schlein, inseguendo Meloni, potrebbe involontariamente contribuire a consolidare il semipresidenzialismo. Inoltre, nel Partito Democratico, alcuni iniziano a definire il primo anno di Schlein come un "renzismo incolore" e una "rottamazione a metà", indicando che il partito potrebbe essere tornato dove Renzi lo aveva lasciato, ma senza il sostegno del Renzi migliore.

 

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