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Atreju 2023, ai rosiconi di sinistra non va giù il successo della kermesse

Christian Campigli
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Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Un dubbio amletico, diventato iconico grazie alla prima pellicola realizzata da Nanni Moretti, «Ecce Bombo». Citato ieri dalla stessa Giorgia Meloni. Una titubanza insita nella sinistra degli anni Settanta. Una perplessità risolta, quarantacinque anni dopo, dagli attuali dirigenti progressisti. Che, di fronte all'invito a partecipare all'edizione 2023 di Atreju, hanno preferito restare a casa propria. E rosicare. La bile di molti dei nipotini di Carlo Marx, in questo fine settimana, è letteralmente scoppiata. Perché la kermesse di Fratelli d'Italia è stata, oggettivamente, un successo. Ottima l'organizzazione, di grande livello gli ospiti internazionali, ricco l'elenco di appuntamenti e confronti. Impossibile non iniziare la lista dei rosiconi dal segretario del Partito Democratico, Elly Schlein. Alla nativa di Lugano era stato chiesto di salire sul palco, confrontarsi, dibattere sul salario minimo, sull'evasione fiscale, sul lavoro o su qualsiasi altro tipo di argomento. Temi che, almeno in teoria, avrebbero dovuto far emergere l'amor proprio dell'esponente dem. Recarsi nella «casa» dell'attuale Presidente del Consiglio, (cercare di) sconvolgere la sua comfort zone e affermare la posizione dei progressisti. Con orgoglio. E magari prendersi pure qualche applauso. Macchè. La donna dai tre passaporti ha preferito l'atteggiamento snob e radical chic di chi non parla con gli avversari.

«Lo voglio dire chiaramente non rifiuto il confronto con chi la pensa diversamente da me, ma non posso andare ad una festa di partito quando ci negano il confronto in Parlamento sul salario minimo». E ieri ha rincarato: «I problemi degli italiani non li potete annullare nel vostro patetico show. È uno spettacolo di terz’ordine con eversori che vorrebbero appendere persone a testa in giù (riferendosi al leader di Vox ndr)». C'è stato poi chi aveva dato inizialmente conferma della sua presenza, salvo poi ripensarci all'ultimo. «Avevo accettato l’invito a partecipare al dibattito sul tema della transizione ecologica insieme al ministro Pichetto Fratin – ha detto il co-portavoce dei Verdi Europei Angelo Bonelli - Ovviamente ero consapevole delle enormi distanze, ma avevo deciso di confrontarmi civilmente anche con chi aveva posizione diverse dalle mie in una dialettica democratica. Ho appreso però che il leader di Vox José Abascal ha evocato per il Premier spagnolo Sanchez lo scenario simile a quello di Piazzale Loreto, affermando "ci sarà un dato momento in cui il popolo lo vorrà impiccare per i piedi". A queste gravi parole non solo non ci sono state prese di distanza da parte di Giorgia Meloni, ma proprio Abascal è stato invitato a concludere la festa Atreju. Questo é assolutamente inammissibile e indecente e pertanto comunico che declinerò l’invito a partecipare venerdì al dibattito». Per l'occasione è stato resuscitato persino Romano Prodi, il leader maximo della rosicata, della tracotante (ed errata) convenzione che la sinistra abbia insita, nel suo dna, l'ormai mitologica superiorità morale. «Un tempo andare aveva un senso ma oggi è diventato un discorso chiuso, con un dibattito finto. Quando hai Musk e Vox come interlocutori vuol dire che vivete in un mondo diverso». Chissà quante scatole di Maalox saranno state consumate, in questi giorni, dalle parti del Nazareno.

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