Prodi benedice Schlein, cosa c'è sotto: spunta il "salvatore" del Pd
Quando qualcuno lo chiama "padre nobile" lui si affretta a dire "nonno". Romano Prodi tuttavia non si sottrae ed è il vero protagonista della due giorni organizzata dal Pd sull'Europa. Dall'ex premier arriva prima un duro attacco a Giorgia Meloni e alla kermesse organizzata da FdI a Castel S. Angelo, poi un endorsement alla segretaria dem Elly Schlein. "Ho letto che sono stato ad Atreju, ma io non ci sono mai stato. Forse un tempo ci si poteva anche andare, oggi no. È diventato un luogo di discussione interna, chiuso, un dibattito finto", attacca. Non solo. "Quando chiamate Musk, o Vox o questi interlocutori, vuol dire che vivete in un mondo diverso, statevene nel mondo diverso", taglia corto quasi rivolgendosi a dirigenti e militanti FdI. Il dialogo, conclude Prodi, si fa "in Parlamento e non nelle vecchie prigioni romane di Castel Sant'Angelo".
Schlein prova l'all in prima di sprofondare: la sfida a Meloni per il duello tv
Sin qui l'attacco agli avversari. Poi arriva la 'benedizione per chi, a fari spenti, è arrivata alla guida del Pd e adesso si prepara alla sfida delle Europee. Schlein può essere la federatrice del campo alternativo alla destra? domandano i cronisti. "Ogni momento ha il suo federatore e io credo che lei lo possa benissimo essere", dice sicuro. "Il problema, però - ammette - è farsi federare". Il professore invita quindi i dem a mettere su "una squadra forte e competente" e a non usare le candidature a Bruxelles "come premio di consolazione, ma come la costruzione di una classe dirigente che adagio adagio diventi leader nell'ambito europeo". L'ex premier ricorda i 6 milioni di voti persi, elettori "che non hanno trovato una casa nel Pd e si sono rifugiato nel populismo", e quindi invita la sua comunità politica a riconnettersi con la società.
Prodi, Bindi, Letta e Gentiloni: il nuovo Pd di Schlein deve aggrapparsi ai “vecchi”
Schlein risponde presente. "Noi non siamo un comitato elettorale permanente, siamo un vero partito, una comunità politica. Un partito che mira a stare nella società e a costruire una prospettiva di Governo perché a questo siamo chiamati". Per questo, assicura, il Pd metterà in campo liste aperte "Apriamoci e non accontentiamoci di noi stessi, non le viviamo come premio di consolazione, strumento di rivalsa o di conta interna", dice anticipando i tempi che verranno. La leader dem ribadisce "generosità e responsabilità per far maturare alleanze e convergenze", ma con la consapevolezza di aver "dimostrato quanto non esista alcuna alternativa senza il Partito democratico". Tuttavia l'attivismo di Prodi solleva anche qualche sospetto. La leader dem, sottolinea il Corriere della sera, "ha voluto Paolo Gentiloni, che pure con la segretaria del Partito democratico non ha un gran feeling". Il commissario Ue per l'economia "viene visto dal Nazareno come il possibile «post-Schlein». Tant’è vero che diversi esponenti della minoranza dem, che non si fidano di Schlein, lo dipingono come il possibile «salvatore-federatore» del centrosinistra".