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Senato, Meloni chiude il caso Draghi: “Nessun attacco, apprezzo la sua fermezza”

Tanto parlare per nulla. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella sua replica al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo, ha spento immediatamente le polemiche sulle sue parole pronunciate alla Camera, con la sinistra che l’ha messa al centro della polemica per delle presunte critiche all’ex premier Draghi: “Tutti sanno cosa penso di Mario Draghi, particolarmente della fermezza che Mario Draghi ha avuto sulla questione ucraina con una maggioranza che era molto difficile da gestire da questo punto di vista. Quello che cercavo di spiegare è che la fermezza che è stata dimostrata non si risolve con la foto sul treno con i francesi e i tedeschi, non c’era nessun attacco. Io sono salita sullo stesso treno per andare a Kiev, però c’è stata un’Italia che in passato ha ritenuto che tutto il suo ruolo fosse quello di aspettare a vedere cosa facevano Francia e Germania e accodarsi, sperando di infilarsi dentro una fotografia. Io non penso che questa sia la politica estera, ma questo non vuol dire che non abbia buoni rapporti con la Francia, con la Germania, che non abbia le mie foto con Orban, con Scholz, con Macron, con chiunque”.

 

  

 

Altro passaggio a Palazzo Madama è quello sul Mes. “C’è chi nega che il governo Conte alla chetichella abbia dato l’assenso alla riforma del trattato del Mes, capisco la difficoltà”, con Meloni che ha portato in aula un fax con la firma di Luigi Di Maio che autorizzava la modifica del trattato. «Questa firma è stata fatta un giorno dopo le dimissioni del governo Conte, è stata fatta quando il governo era dimissionato, in carica per gli affari correnti, contro il parere del Parlamento, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia e con il favore delle tenebre. Capisco l’imbarazzo ma dalla storia non si esce, la propaganda si può fare ma poi rimangono i fogli che dimostrano la scarsissima serietà di un governo che in silenzio, prima di fare gli scatoloni, lasciava questo pacco al governo successivo”, la presa di posizione della leader di Fratelli d’Italia.

 

 

Infine Meloni si toglie qualche sassolino dalla scarpa sulla questione Pnrr: “Noi dobbiamo essere, e io sono molto fiera, del lavoro fatto sul Pnrr, un lavoro che abbiamo fatto nonostante il tema di una possibile revisione del Piano per adeguarlo a un contesto mutato, risolvendo alcune criticità che c'erano nei Piani adottati dai precedenti governi nonostante venisse considerata un'ipotesi impossibile o derubricata a una scelta folle che ci avrebbe fatto perdere le risorse del Pnrr, ci avrebbe portato l'Italia fuori dall'Europa in un racconto distorto e distruttivo che non fa stato del ruolo dell'Italia, di quello che possiamo ottenere con un po' di pragmatismo e buonsenso. Abbiamo dimostrato che, se fatte bene, le cose si possono ottenere - ha insistito Meloni -. Si è tifato più perché l'Italia non ottenesse la terza rata che alla coppa Davis. Nonostante tutto abbiamo ottenuto la terza, la quarta e entro fine anno consegneremo gli obiettivi della quinta e revisionato il Piano".