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Pensioni, bollette e sicurezza: la Manovra entra nel vivo

Antonio Adelai
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Entrerà oggi nel vivo l’esame, da parte della commissione Bilancio del Senato, della legge di Bilancio per il 2024. L’obiettivo è di portare il provvedimento, nell’Aula di palazzo Madama, lunedì prossimo 18 dicembre, secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo. Ritardi permettendo, il provvedimento dovrebbe essere approvato dall’emiciclo del Senato entro venerdì 22 dicembre per poi passare alla Camera, dove il via libera definitivo dovrebbe avvenire subito dopo Natale, entro il 30 dicembre al massimo, per scongiurare il rischio dell’esercizio provvisorio di bilancio.

Oggi è atteso l’ultimo dei quattro emendamenti dell’esecutivo alla manovra economico-finanziaria, dedicato ad investimenti ed infrastrutture, in particolare modo alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, con una diversa suddivisione dei costi, una loro «rideterminazione», come annunciato qualche giorno fa dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, alla luce anche della riflessione, da parte della Regione Siciliana, sull’entità del suo contributo per la costruzione dell’opera. Sempre nel testo che potrebbe arrivare oggi sul tavolo della commissione Bilancio del Senato ci saranno «altri interventi puntuali in tema di strade e autostrade», aveva anticipato lo stesso Ciriani.

Tre, intanto, le proposte di modifica depositate nei giorni scorsi dal governo. La prima è incentrata sugli Enti locali ed i Comuni, con la previsione di ulteriori stanziamenti, pari a 105,6 milioni di euro, per le Regioni Valle d'Aosta, Friuli-Venezia-Giulia e Sardegna e le Province autonome di Trento e Bolzano come forma di ristoro, di compensazione degli effetti della riforma fiscale che ha portato l’Irpef a tre aliquote. Le Regioni a Statuto ordinario, dal canto loro, potranno contare su 100 milioni di euro in più nel 2024 per fronteggiare gli incrementi delle bollette per le forniture energetiche del 2022 e del 2023.

La seconda proposta di modifica, relativa alla previdenza dei lavoratori del pubblico impiego, cancella il taglio degli assegni per chi accede alla pensione di vecchiaia, dal 2024, con 67 anni di età, per medici, infermieri, dipendenti degli Enti locali, maestri d’asilo ed elementari parificate, personale degli uffici giudiziari. Per quanto concerne il pensionamento anticipato (42 anni e dieci mesi di contributi, 41 anni e e dieci mesi per le donne), l’emendamento in questione riduce il taglio, ma solamente per le categorie dei medici e degli infermieri, a patto che ritardino appunto il pensionamento, con il taglio che si riduce di un trentaseiesimo per ogni mese di posticipo dell’accesso alla pensione. La terza proposta di modifica già presentata reca interventi per il comparto della Sicurezza e della Difesa, con ulteriori 100 milioni di euro per le Forze di Polizia, le Forze armate ed i Vigili del fuoco: risorse che saranno dedicate alle polizze assicurative sanitarie ed antinfortunistiche, alle pensioni ed all’area negoziale dei dirigenti. L’emendamento recepisce gli impegni assunti dal governo, con le organizzazioni sindacali del settore, nella riunione dello scorso 16 novembre, a palazzo Chigi. Si tratta di fondi aggiuntivi, che si vanno a sommare agli 1,5 miliardi di euro già previsti per il rinnovo dei contratti. Un messaggio indirizzato a chi si trova ogni giorno, in prima linea, a tutela della legalità. Domani, martedì 12 dicembre, è infine fissato il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti dell’esecutivo, mentre sono circa 2.600 le proposte di modifica da parte dei gruppi parlamentari, tutti di opposizione. 

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