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Matteo Renzi lancia Saccardi a Firenze e bombarda il Pd: senza le primarie...

Christian Campigli

Un autentico show. Una presentazione all'americana, con tanti sorrisi, un'incredibile voglia di vincere e numerosi sassolini da togliersi dalle proprie scarpe. È un Matteo Renzi straripante quello che ha presentato il candidato sindaco di Italia Viva a Firenze, l'attuale Vice Governatore della Regione Toscana, Stefania Saccardi. Un'occasione per lanciare autentici missili terra-aria al Partito Democratico. “Chi è forte non ha paura delle primarie. Nel 2014 Dario Nardella, che aveva l'83% dei consensi, andò alle primarie. Nel 2009 io ho avuto la possibilità di diventare sindaco grazie alle primarie. Grazie a quelle stesse primarie, nel 2009 Sara Funaro ha avuto la chance di avvicinarsi alla politica, candidandosi nella Lista Renzi. Le primarie non sono un giocattolo per addetti ai lavori. Non siamo noi che siamo venuti via dal Pd. È il Pd fiorentino che sta tradendo se stesso”.

 

  

Puntuale arriva il colpo di teatro, giunge l'annuncio che nessuno si aspettava. “Noi il 3 marzo vorremmo organizzare delle primarie di coalizione. Invitiamo a partecipare Cecilia Del Re e anche la stessa Sara Funaro. Chi vince poi governerà Firenze. Chi ha paura delle primarie ha paura della democrazia”. Il nativo di Rignano, dopo un attimo di tregua (solo apparente) è poi tornato a lanciare bordate ai dem. E alla (discutibile) gestione della città e del caso della piccola Kata. “Una bambina è scomparsa a giugno. Viveva in una struttura occupata abusivamente. La città dell'Istituto degli Innocenti non può fare finta di nulla. Se una bambina scompare la città è in lutto. Altro aspetto che ci divide dal Pd: lo stadio non si fa coi soldi del contribuente. E trovo discutibile multare le auto che viaggiano a 51 km/l. Ma, in ogni caso, quei soldi non possono, non devono servire per far cassa”.

 

Renzi ha spostato la sua attenzione sul proprio candidato. “Siamo belli gasati da questa opportunità. Noi mettiamo in campo la specialista dei voti, gli altri mettono in campo gli specialisti dei veti. Ci diranno che andando soli favoriremo il centrodestra, ma è una bugia. È il Pd, se si chiude, che consegna la città ad Eike Schmidt. Così come è stato Enrico Letta ad aver regalato la vittoria a Giorgia Meloni. E, sia chiaro, se qualcuno pensa di ricattarci e di chiedere le dimissioni di Stefania dal suo ruolo in Regione sappia che noi siamo pronti, a quel punto, ad uscire dalla maggioranza che appoggia Eugenio Giani e di tutti i comuni toscani nei quali siamo in giunta”. Sorridente, serena, ma determinata Stefania Saccardi, che sa di avere di fronte una sfida tanto difficile, quanto affascinante. “Passi indietro non si fanno. Questo è il momento dell'impegno. Noi non corriamo contro nessuno, noi corriamo per un'idea di Firenze. Noi chiediamo il voto a chi non ha voglia di subire una candidatura scelta nelle segrete stanze. Noi rappresentiamo un'alternativa alla giunta attuale, ma anche al centrodestra”.

Saccardi, che gestì in maniera eccellente l'emergenza Covid quando era assessore regionale alla Salute nella giunta Rossi, ha affrontato il tema del programma elettorale. “È indispensabile pensare ad un piano per la ristrutturazione delle case popolari oggi inagibili. E quindi vuote. Non si devono assolutamente mettere 200 milioni di soldi pubblici sullo stadio. La nuova pista dell'aeroporto, al contrario di quello che sostengono gli alleati del Pd, serve eccome. Serve al mondo del lavoro, a garantire lo sviluppo industriale. Non è un caso che i sindacati siano a favore. Firenze non può essere solo turismo. Il 29 gennaio parleremo della nostra visione di città. Con la nostra storia e i nostri valori. Io sono convinta che accoglienza e rispetto assoluto delle regole debbano coesistere. Il Parco delle Cascine deve tornare nella disponibilità dei fiorentini. Servono presidi, ma serve anche aprire un dialogo col governo. E perché no, non credo sia un'idea sbagliata creare un ufficio, una squadra ad hoc per ripulire il più grande parco della città”.