Il Pd dalla ztl alla Scala: il loggionista nuovo eroe di Schlein e compagni
Il Pd da anni è ormai, a detta di molti osservatori, il "partito della Ztl". Insomma, più che nelle fabbriche e nelle periferie che esplodono, i dem si sentono più a loro agio nei salotti borghesi e nei centri storici. L'ultima uscita del partito guidato da Elly Schlein è emblematica: "Viva l'Italia antifascista!", si legge nella grafica a caratteri cubitali dell'ultima campagna dem lanciata da un post social. "Continueremo a gridarlo, ovunque. Anche se non piace a Salvini. E adesso identificateci tutte e tutti. #identificarsi". Insomma, il Pd riparte dalla Prima della Scala di Milano.
Prima alla Scala, applausi per Segre. Poi il fuori programma durante l'Inno
L'ultimo eroe del Pd è tale Marco Vizzardelli, giornalista 65enne che si occupa di equitazione. È l'uomo che dopo l'Inno dell'Italia, alla prima del Don Carlo di Giuseppe Verdi, ha gridato: "Viva l'Italia antifascista" e poco dopo è stato identificato dalla Digos. Oggi ha fatto il giro delle dichiarazioni: un'ospitata da David Parenzo a L'aria che tira, su La7, e frasi riportate dalle agenzie in cui rivendica il gesto, spiega di non capire perché è stato identificato dalla polizia, e attacca su tutti Matteo Salvini. Tanto basta per diventare il nuovo eroe della sinistra in un momento in cui i sondaggi fotografano il punto più basso, poco sopra il 19 per cento, raggiunto dal Pd nell'era Schlein.
La Prima alla Scala di Milano
Liliana Segre, Concita De Gregorio, Ornella Vanoni
La Prima alla Scala di Milano. Il presidente del Senato Ignazio La Russa
La Prima alla Scala di Milano. Matteo Salvini e Francesca Verdini
La Prima alla Scala di Milano. Marco Osnato e Mariacristina La Russa
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
La Prima alla Scala di Milano
A smentire il teorema della repressione del dissenso messa in atto dal governo è la stessa Digos, che spiega che l'identificazione non è scattata per il contenuto delle affermazioni fatte da Vizzardini, ma per il semplice fatto che avesse urlato durante un evento con importanti personalità istituzionali, tra l'altro in diretta tv. Normali procedure di sicurezza. Insomma, anche se avesse gridato "viva Schlein", sarebbero scattate le verifiche.