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Pnrr, via libera dell'Ecofin. Gava: "Riconoscimento della serietà del lavoro svolto"
Il Consiglio dell’Ue ha dato il via libera definitivo ai piani modificati per la ripresa e la resilienza, presentati da 13 Stati membri, tra cui l’Italia. Lo riferisce l’Ecofin in una nota. I piani rivisti approvati riguardano Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Polonia e Romania. Appresa la notizia, il premier Giorgia Meloni si è detta soddisfatta del risultato, esempio concreto della "serietà" e dell'"efficacia" del lavoro svolto fino a oggi dal governo. Il sì dell'Ecofin al nuovo Pnrr è stato commentato anche dal viceministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava: “Il via libera dell’ECOFIN, che segue quello della Commissione Ue, rappresenta un ulteriore riconoscimento della serietà del lavoro svolto in questi mesi su PNRR e capitolo RepowerEU. Per parte MASE non posso che complimentarmi con il nostro Dipartimento, una squadra di altissimo valore che ha saputo mettere in campo la migliore delle competenze e la più valida delle diplomazie per portare a casa un risultato che cambierà il volto del Paese”, ha dichiarato.
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La maggior parte dei piani ora include un nuovo capitolo REPowerEU - ha ricordato il Consiglio -. Ciò contribuirà ad accelerare la transizione dei paesi verso l’energia pulita, diversificando le loro forniture energetiche e migliorando la loro efficienza energetica. Per finanziare la maggiore ambizione dei propri piani, la maggior parte degli Stati membri ha chiesto di trasferire la propria quota della Brexit Adjustment Reserve (BAR) ai piani, in linea con il regolamento REPowerEU. Il 7 agosto 2023 l’Italia ha presentato il suo piano modificato per la ripresa e la resilienza, che include un capitolo REPowerEU. Il piano modificato pone una forte attenzione alla transizione verde, destinando il 39%, rispetto al 37,5% del piano originale, dei fondi disponibili a misure che sostengono gli obiettivi climatici. Il piano vale ora 194,4 miliardi di euro, 122,6 miliardi di euro in prestiti e 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni, rafforza la preparazione digitale dell’Italia e mantiene la sua importante dimensione sociale.