La confessione
Eike Schmidt rompe il silenzio: "Ci rifletterò". La frase che fa tremare i dem
“Deciderò a gennaio, non è detto, ma ci rifletterò a partire da Natale. È troppo presto, non ho nemmeno tempo. Prima porto a termine il mio mandato agli Uffizi”. Per la prima volta il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, conferma quello che, a Firenze e nel resto dello Stivale, i nostri lettori sanno già da mesi: salvo scossoni dell'ultimo momento, sarà il nativo di Friburgo l'uomo sostenuto dal centrodestra per conquistare Palazzo Vecchio. La naturale e doverosa prudenza si trasformerà in entusiasmo e voglia di sconfiggere il Partito Democratico dopo il 6 gennaio. In quella settimana, secondo le nostre fonti privilegiate, verrà dato l'annuncio ufficiale.
Un nome, quello di Schmidt, che ha letteralmente terrorizzato i dem toscani. Una figura di grande carisma, di immensa cultura e antifastista. Ovvero, inattaccabile. Lo storico dell'arte si è recato a Roma per il “ritorno” del ritratto di Margherita d’Austria, duchessa di Toscana, a Palazzo Madama. L’opera raffigurante la nobile soprannominata “La Madama”, entrata nella Galleria degli Uffizi il 5 luglio 1721, è l’unico ritratto esistente della prima duchessa di Toscana, e fa parte della “serie dei serenissimi principi” o “serie aulica”, di ritratti ufficiali dei membri più eminenti della famiglia Medici, composta di 41 dipinti. All'incontro con la stampa erano presenti, oltre al direttore del museo fiorentino, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e il senatore di Fratelli d'Italia, Paolo Marcheschi.
Il ritratto, in prestito dalla Galleria degli Uffizi fino alla prossima estate, sarà ospitato nella Sala dello Struzzo adornata da un soffitto ligneo intagliato, il cui stile dovrebbe risalire verso la metà del XVI secolo, periodo in cui la “Madama” trascorse i suoi anni al Palazzo. Margherita d’Austria, figlia naturale dell’imperatore Carlo V, ancora bambina venne promessa in sposa ad Alessandro de Medici. A soli undici anni lasciò la corte imperiale per trasferirsi a Napoli. Durante il suo viaggio verso la città partenopea, dal 6 al 13 maggio 1533, fece tappa a Roma dove soggiornò a Palazzo Medici al Circo Agonale, che in seguito prenderà il nome di Palazzo “Madama” in suo onore.