retroscena
Pd-M5s, spunta il "federatore". Chi vuole fare le scarpe a Conte e Schlein
Per il campo largo che permetterebbe alla sinistra di essere competitiva serve un "federatore". Insomma, Elly Schlein e Giuseppe Conte non bastano per fare un nuovo Ulivo. Si lavora sottotraccia, in vista delle elezioni europee e oltre. Maria Teresa Meli sul Corriere della sera vede alcuni indizi, come le parole di Pierluigi Castagnetti: "Dopo le Europee bisognerà costruire un nuovo Ulivo", e di Matteo Renzi: "Il nuovo Ulivo è il disegno del Pd, ma non lo federa Conte, non lo federa Schlein, può farlo un amministratore che è sul campo... o un’amministratrice...". Ci sono già degli identikit. Gli indizi portano a Beppe Sala, che "piace alla sinistra", si legge nel retroscena, "e vanta un rapporto discreto con Giuseppe Conte e una simil-amicizia con Grillo".
Nel Pd, soprattutto tra chi non sostiene Schlein, si spinge per Paolo Gentiloni. "Lui finora non dice né sì né no e fa sapere di essere impegnato a Bruxelles, ma poiché l’operazione prenderebbe le mosse nell’autunno del 2024 o giù di lì, questo non sarebbe un problema"; spiega il Corriere. C'è un terza nome caldeggiato dal mondo che si muove attorno a Romano Prodi, quello del politologo "Filippo Andreatta, che avrebbe dalla sua il fatto di avere ancora un volto non troppo conosciuto e di essere abbondantemente sotto i sessanta".
Detto questo, Schlein e Conte dovrebbero farsi da parte. Non solo lasciare spazio al federatore. Ma presentarsi al voto delle prossime politiche con un candidato premier che non è la leader del Pd né quello del Movimento 5 Stelle.