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Mercato tutelato, figuraccia Schlein sulle bollette: dimentica che lo stop l'ha votato il Pd

Pietro De Leo
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Un avvitamento, l’ennesimo. È il timbro che si può apporre sulla nuova polemica lanciata dal Pd, stavolta per la mancata proroga del mercato tutelato per l’energia. Ieri, la Segretaria del Pd Elly Schlein reagiva così alla decisione assunta dal governo Meloni: «Il Consiglio dei Ministri ha confermato i nostri timori, e cioè la scelta di dire no alla proroga del mercato tutelato luce e gas. Può sembrare una questione tecnica ma non lo è. Tocca la carne viva delle difficoltà di cinque milioni di famiglie, dieci milioni di utenze». Addirittura, secondo la leader dem, si tratterebbe di una «tassa Meloni» sulle bollette. Messa così parrebbe quasi uno slogan azzeccato. Peccato che la questione è più articolata di quanto sembri. E la mette giù così Raffaele Fitto, ministro degli Affari Europei: «Parliamo di una norma prevista dalla legge sulla concorrenza nel 2022, ci si poteva accorgere degli effetti non condivisibili quando si è approvata questa norma al tempo». Il capogruppo dei deputati di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, è ancora più specifico: «Sarebbe opportuno che qualcuno facesse presente al segretario Pd, Elly Schlein, che la fine del mercato tutelato per l'energia era fra gli obiettivi del Pnrr, Piano predisposto dal Conte I e portato a termine dal successivo "governo dei migliori". Viste le continue amnesie da cui è affetta, di certo la Schlein non ricorderà che solo Fratelli d'Italia non votò il Pnrr, mentre invece il Pd in quella occasione si espresse favorevolmente per il ritorno al mercato libero: decisione che solo oggi scopre essere una pessima idea».

 

 

Dunque, non è una scelta politica del governo. E anzi, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini confida di riaprire un confronto con la Commissione: «Conto che con il dialogo si riesca a rimediare a un errore che ci siamo trovati sul tavolo». Per tutto il giorno, però, si susseguono i tentativi di smascherare l’operazione sganciamento del Pd rispetto ad una misura maturata lungo due governi di cui ha fatto parte. «Trovo incredibile che il Pd giochi a fare l'anima bella sulla fine del mercato tutelato per l'energia. Si tratta di un punto del Pnrr votato anche dal Partito democratico e negoziato dal sottosegretario democratico Vincenzo Amendola, allora con la delega agli Affari Ue», dice il Senatore della Lega Claudio Borghi, che poi aggiunge un passaggio in linea con Salvini: «Auspichiamo che il governo riesca ad ottenere, alla fine delle interlocuzioni con una Commissione Ue in scadenza, la doverosa proroga attesa da milioni di famiglie, in modo da chiudere l'ennesima eredità a firma Pd».

 

 

A stroncare la posizione dem, poi, arriva addirittura un potenziale alleato, ovvero il leader di Azione Carlo Calenda, che attacca: «La posizione del Pd sul mercato tutelato è una strumentalizzazione inaccettabile - osserva -. La fine del mercato tutelato è una riforma del Pnrr votata anche dal Pd e prevista da Mario Draghi. Fare opposizione così non porta a nulla. Non siamo il Collettivo di un liceo del centro storico. Insieme al generico "no" della Schlein al nucleare si conferma che il Pd non ha una linea di governo. Invocazioni generiche green e denuncia delle lobby. Praticamente i 5 Stelle vecchia maniera».

 

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