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"Tagli negli asili nido": opposizioni all'attacco. Il governo: notizia falsa

Giuseppe China
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L'ultima battaglia delle opposizioni contro il governo è sul (presunto) taglio dei posti negli asili nido. Secondo Pd e Italia Viva con la revisione del Pnrr sarebbero stati cancellati quasi 100 mila posti che erano stati promessi. «Con questa scelta si tradisce il grande obiettivo del Piano - sostiene Irene Manzi, responsabile scuola del Pd che sostiene le famiglie, intervenire a tutela dell'infanzia e della promozione dei diritti dei minori, di ridurre le disuguaglianze che, tra l'altro, con il progetto di autonomia differenziata rischia di aumentare a dismisura. Una scelta che fa male al futuro del Paese». A lei si accoda anche Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Iv: «Questa legge di bilancio, che è senza aspirazione, senza prospettiva e senza visione, dà una botta notevole alle famiglie. Un'altra l'abbiamo vista con il taglio agli asili nido. Un colpo anche alle donne, perché senza i servizi per l'infanzia una donna non è libera e attiva sui posti di lavoro».

 

 

Ma la risposta arrivata dal governo contribuisce a fare chiarezza su quello che è veramente accaduto. «La Commissione in sede di valutazione della proposta di revisione del Piano - spiegano fonti di palazzo Chigi ha approvato una modifica del target finale degli asili nido e delle scuole dell'infanzia da 264.480 a 150.480. Tale rimodulazione si è resa necessaria perché i costi delle materie prime, rilevati in base ai costi di aggiudicazione degli appalti al 30 giugno 2023, sono cresciuti di almeno il 50% rispetto alle stime del 2021. Questo ha determinando la necessità di rimodulazione dei progetti e, quindi, a fronte di una dotazione di risorse fisse, gli interventi sono risultati inferiori sia in termini di metri quadrati sia in termini di nuovi posti aggiuntivi» ed inoltre perché «la Commissione europea non ha ritenuto ammissibili, ai fini del target dei nuovi posti, gli interventi di messa in sicurezza, di demolizione e ricostruzione, nonché i centri polifunzionali, selezionati nel 2021-2022 dal precedente Governo».
«Inoltre - fanno notare ancora fonti di palazzo Chigi la Commissione non ha riconosciuto ammissibili, le spese per l'avvio della gestione del servizio, in quanto il Pnrr non può sostenere spese correnti, operando un taglio di 900 milioni di euro».

 

 

Dunque ecco spiegato il motivo per cui i posti da creare con le risorse del Pnrr sono di meno. Ma il governo promette che alla fine i numeri saranno quelli stabilità inizialmente: «Non sarà definanziato nessun intervento già aggiudicato benché non contribuisca al target finale, così come conteggiato dalla Commissione europea, così come saranno mantenute le risorse in conto corrente già assegnate ai Comuni. Questi interventi contribuiscono comunque al potenziamento dei servizi educativi nella fascia 0-6 anni». Inoltre, spiegano ancora fonti di palazzo Chigi, «si continuerà a investire in asili nido per aumentare il numero dei posti, per raggiungere, come richiesto dal Consiglio UE nel 2021, il 33% di copertura del servizio a livello nazionale entro il 2026, e per garantire il target finale». nel dettaglio verrà adottato «un primo Piano asili da circa 530 milioni con le risorse già finanziate nel decreto legge Caivano. Successivamente sarà adottato un secondo Piano asili, anche grazie alla possibilità di utilizzare i circa 900 milioni di euro di risorse nazionali rimodulate da altri piani di edilizia scolastica che la Commissione ha ammesso a finanziamento nell'ambito del Pnrr Il secondo Piano rappresenta un impegno concreto per il raggiungimento del livello del 45% di copertura del servizio a livello nazionale entro il 2030 stabilito nel citato Consiglio UE del 2021».

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