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Sciopero, Salvini precetta: "Solo 4 ore. Tutelo i cittadini"

Gianni Di Capua
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Matteo Salvini non accetta che l’Italia si fermi per 24 ore lunedì prossimo a causa dello sciopero dei sindacati di base dei trasporti. E per la seconda volta, dopo aver tentato fino all’ultimo una mediazione, ha firmato la precettazione: lo stop sarà solo di 4 ore, dalle 9 alle 13. Il ministro dei Trasporti ha cercato di arrivare un accordo, dopo i richiami dei giorni scorsi, ma ancora una volta ha ricevuto un rifiuto. E così si profila un altro scontro: «Non faremo un passo indietro sul diritto di sciopero. La categoria sarà chiamata ad alzare il livello di scontro con chi la vuole succube e in silenzio», ha minacciato l’Usb. Entrando al confronto al dicastero, le sigle - Usb, Orsa, Sgb, Cub, Adl e Cobas - sembravano poco ottimiste sull’esito del tavolo. «L’obiettivo non è quello di trovare una soluzione ma legittimare la precettazione», avevano affermato, accusando il governo di vietare ad una specifica categoria, quella del trasporto pubblico, di esercitare il diritto di scioperare per 24 ore, nonostante «esista una legge che lo permette e che noi stiamo rispettando».

 

 

All’uscita, l’aria era tesa. «Il ministro ci ha detto che sullo sciopero di 24 ore ha carta bianca. Noi abbiamo spiegato il peso politico dell’arroganza di impedirci di esercitare un diritto». Poche ore dopo arriva l’annuncio del Mit: Salvini ha firmato la lettera. «Non tutti i sindacati coinvolti hanno proposto di incrociare le braccia tutto il giorno», ha specificato il ministro, assicurando che «aiuterò tutti gli autisti ad avere gli aumenti che meritano». Le sigle protestano, raccontando che «le parti datoriali hanno mostrato una chiusura enorme sulle richieste di avvio di un confronto sui salari, sul miglioramento della normativa e della sicurezza sul lavoro». Ma Salvini è inamovibile: «Il titolare del Mit è determinato a ridurre al massimo i disagi per i cittadini», riferiscono da Porta Pia. Gli autonomi però non si arrendono e chiamano i lavoratori alla battaglia che, dicono, «è di tutte e tutti e non può riguardare solo i lavoratori dei trasporti ma tutto il mondo del lavoro, tutta la società civile».

 

 

Intanto, al Nord Italia ieri è proseguita la mobilitazione territoriale di Cgil e Uil, che secondo i due sindacati - ha riempito le piazze e svuotato le fabbriche. Le adesioni allo sciopero di 8 ore di tutte le categorie (eccetto Pa, Scuola, Università, Ricerca, Poste e Trasporti) ha raggiunto punte di media del 75%, affermano infatti a Corso d’Italia e via Lucullo. Dal palco di Torino, il leader Cgil Maurizio Landini, parla anche del rinvio da parte di Palazzo Chigi della convocazione per l’incontro sulla legge di bilancio, inizialmente previsto per ieri e poi spostato a martedì 28 novembre. «Credo sia stato un atto di buon senso» ma rimane comunque «un po’ tardiva», chiosa. «Meglio la convocazione che la precettazione», ironizza da Brescia il segretario Uil, Pierpaolo Bombardieri.

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