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Roma, il corteo per Giulia è contro il governo. Contestata pure Schlein

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Dietro ogni violenza "c'è il fallimento di una società" intera. Sergio Mattarella, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, va dritto al punto. "Drammatici fatti di cronaca scuotono le coscienze del Paese. Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio", dice chiaro. Serve quindi un "rinnovato impegno" da parte di tutti, perché non basta "l'indignazione a intermittenza". Dopo l'uccisione di Giulia Cecchettin il Paese si è fermato, e ora dolore, indignazione e rabbia non vanno sprecati. Il Capo dello Stato chiama a raccolta istituzioni, associazioni, imprese, mondo della scuola, della cultura. "Abbiamo bisogno del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità", insiste invocando quel "profondo cambiamento culturale" indicato dalla Costituzione e che dovrà portare a un tempo in cui le donne "conquistano l’eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere".

 

E' la giornata delle piazze, migliaia di ragazze e ragazzi sfilano al grido di 'Non una di meno' e fanno sentire il loro "rumore" contro la violenza e il patriarcato. Giorgia Meloni decide di non partecipare a nessun corteo ma rilancia sui social il messaggio rivolto alle donne nel corso della cerimonia di illuminazione della facciata di palazzo Chigi con il numero 1522: "Siamo libere e nessuno può toglierci quella libertà, nessuno può pensare che siamo nel loro possesso. Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, voglio dire alle donne italiane che non sono sole e che quando hanno paura, 1522 è il numero da chiamare, in qualsiasi momento, per avere aiuto immediato", scrive.

 

L'unica leader di partito a partecipare alla manifestazione nazionale di Roma è Elly Schlein. La segretaria Pd arriva quando il Circo Massimo è già pieno: una marea rosa. La vigilia ha raccontato le polemiche contro la piattaforma "anti-israeliana e pro Hamas' di 'Non una di meno'. In piazza le bandiere della Palestina non mancano e alcuni collettivi intonano cori contro Tev Aviv: "Israele criminale, Palestina immortale", viene scandito. E ancora: "Meloni fascista, complice sionista". Schlein non intende entrare nella disputa. Non risponde nemmeno a chi, ripetutamente, le chiede di commentare l'assenza in piazza della premier. "Una straordinaria partecipazione, qui a Roma come nel resto d'Italia. Ci stanno arrivando fotografie molto belle, piazze strapieno. È un segnale importante. Il Paese chiede un passo avanti contro la violenza di genere", esordisce. "Indignazione e rabbia non bastano, vogliamo fermare questa mattanza". In piazza c'è anche chi non apprezza la sua mano tesa nei confronti della presidente del Consiglio. "Unità sui nostri corpi? Non nel nostro nome", recita uno striscione che ritrae Schlein e Meloni una accanto all'altra. "Così Schlein legittima la Meloni, legittima un Governo fasciosessista, all'insegna di Dio, patria, famiglia. Da questo punto di vista l'operato di Schlein è inaccettabile", spiega Donatella, attivista del Movimento femminista proletario rivoluzionario, che regge il cartellone. "Noi non vogliamo unità con chi ogni giorno ci toglie anche i minimi diritti con il suo modello Medioevo", aggiunge un'altra militante. Schlein tira dritto: continua a chiedere risorse per prevenzione e formazione ed educazione all'affettività obbligatoria in tutti i cicli scolastici. In piazza c'è anche il segretario della Cgil Maurizio Landini, i due si abbracciano: la battaglia è comune. Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni sfilano insieme al corteo di Perugia, dopo aver partecipato insieme al congresso di Sinistra italiana. 

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