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Carfagna smaschera l'ipocrisia delle femministe: su chi "non hanno speso una parola"

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L'ondata di indignazione che si è sollevata dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin fa registrare anche una doppia morale inaccettabile nell'ambito di un certo femminismo. "Sono profondamente indignata per non aver sentito in Italia una parola chiara di condanna contro la barbarie che è stata commessa ai danni delle donne israeliane il 7 di ottobre". Lo ha detto a Tagadà, su La7, Mara Carfagna, presidente di Azione, che poi ha aggiunto: "Dispiace constatare, e lo dico alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, come il mondo del femminismo italiano non abbia speso una parola su questo, mentre il mondo del femminismo francese ha rivolto un appello perché gli stupri e le atrocità commesse contro donne, bambine e anziane israeliane il 7 di ottobre siano considerati stupri e femminicidi di massa".

 

Invece "in Italia questo non è successo, eppure ci sono immagini, spaventose, agghiaccianti, di donne stuprate, uccise, bruciate. Perché su queste donne non è stata detta una parola? Perché sono israeliane? Perché sono ebree?", ha detto l'ex ministra.  "Chiedo perciò - ha concluso Carfagna nella puntata di venerdì 24 novembre della trasmissione condotta da Tiziana Panella  - che anche il mondo del femminismo italiano dica una parola chiara, perché non ci sono stupri di serie A e stupri di serie B".

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