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Caso Frecciarossa, Lollobrigida si difende: niente dimissioni, sì al confronto

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Nessuna intenzione di dimettersi, ma contemporaneamente la piena disponibilità al confronto, anche in Parlamento, per chiarire definitivamente la vicenda. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, resta al centro del mirino delle opposizioni per l’episodio del treno Frecciarossa in forte ritardo fatto fermare in una stazione non prevista per poter proseguire in auto verso Caivano, dove era atteso. Ma lui tira dritto: «Per quanto di mia competenza farò tutto quello che è necessario. Non sono mai fuggito al confronto. Sono convinto di aver agito non solo nell’ambito della legalità e della norma ma nell’interesse dello Stato, per rappresentarlo a Caivano. Quella discesa dal treno non era per andare in vacanza o andare a trovare la mia famiglia, ma per andare a fare il mio lavoro», rimarca ribadendo un secco «no» a chi gli parla di eventuali dimissioni.

 

 

Non è stato «un privilegio» scendere da quel treno, come aveva già sostenuto: «Per me il vero privilegio è stato quello di stare tra i cittadini di Caivano, a cominciare dai bambini, che sono il nostro futuro e che oggi sono nelle condizioni di tornare a frequentare il parco, grazie al lavoro delle forze dell’ordine e dell’esercito che in tempi velocissimi hanno ripulito quella che era una piazza di spaccio. Lo Stato c’è, c’è in tempi celeri e non solo quando i riflettori erano accesi ma anche nei giorni successivi».

 

 

Dalla maggioranza si alzano voci in sua difesa, non solo da Fratelli d’Italia, su tutte quella del leader di Forza Italia Antonio Tajani: «Mi pare che le Ferrovie e il ministro Lollobrigida abbiano chiarito la vicenda. Per me non c’è da far dimettere nessuno. La vicenda è chiarita», sottolinea il vice premier, che poi aggiunge: «Il ministro non stava andando in vacanza con la famiglia ma a Caivano, per motivi di servizio quindi non c’è nessun privilegio». Il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, ritiene che «quello della fermata del treno e del ministro Lollobrigida sia un caso che non esiste, come ha dimostrato Trenitalia nel momento in cui ha detto che la stessa vicenda si è verificata nel corso dell’anno oltre duecento volte». Fuori dal coro la voce del capogruppo leghista in Senato, Massimiliano Romeo: «Il comportamento di Lollobrigida credo sia una cosa che bisogna evitare, bisogna cercare di evitare di ingenerare polemiche anche se capisco che ci possono essere delle questioni istituzionali e dei momenti in cui ci sono cose da fare».

 

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