segretario in prestito
Schlein e Conte al servizio di Landini in Parlamento
Continua la liaison fra il segretario della Cgil Maurizio Landini e i due «quasi alleati» Elly Schlein e Giuseppe Conte. «Schlein e Conte che abbiamo incontrato, oltre ad altri partiti, ci hanno esplicitamente detto che intendono in Parlamento sostenere le proposte di modifica alla legge finanziaria che noi sosteniamo» ha detto il numero uno del sindacato di Corso Italia. Quindi Pd e M5S potrebbero appoggiare la contromanovra della Cgil, quella da 87 miliardi di euro, depositata al Senato. Poi a chi gli chiede se fosse dispiaciuto che Schlein e Conte non abbiano partecipato alla manifestazione del 17 novembre ha risposto «assolutamente no, anche perché entrambi hanno mandato ampie delegazioni di parlamentari e di dirigenti del Pd e del M5S che hanno partecipato alla nostra protesta per esprimere la solidarietà dei partiti».
Landini ha voluto anche rispondere a chi lo accusa di voler fare politica. «Questa storiella che si racconta (che Landini potrebbe fare il leader della sinistra) è un modo per non fare i conti con le proposte che, come sindacati (Cgil e Uil in questo caso) stanno facendo ha detto il segretario della Cgil - È un modo per parlare di altro. Abbiamo proclamato lo sciopero perché noi proponiamo una riforma fiscale vera. Quando ci attaccano di voler fare politica intendono sminuire le nostre proposte. Il sindacato fa politica da sempre, perché non si limita a tutelare la condizione dei luoghi di lavoro vuole garantire i diritti ai lavoratori come cittadini fuori dai luoghi di lavoro». Ma il segretario non si limita a parlare di Pd, 5 Stelle e manovra economica, ma è voluto intervenire anche sull’ultimo caso di cronaca: l’uccisione di Giulia Cecchettin per mano del suo fidanzato. «Siamo a 103 donne ammazzate quest’anno, siamo di fronte a una strage» e allora «mi chiedo quali forme di mobilitazione si possono mettere in campo per affrontare questo tema, come faccio a prevenire? Cosa fanno gli uomini? Perché sono gli uomini che fanno violenza, serve un cambio culturale» ha detto Landini per poi aggiungere: «Potrebbero essere gli uomini, che non solo scioperano, ma destinano una parte della propria retribuzione per sostenere centri anti violenza, per fare prevenzione, per fare cultura. Sento la necessità di aprire questa discussione».
Insomma il leader della Cgil magari non vuole fare politica però in realtà la fa e la fa spaziando anche al di fuori delle tematiche strettamente sindacali. E non a caso torna all’attacco del governo che a suo dire non ascolta abbastanza. «Questo governo ha la maggioranza in Parlamento e noi non ci siamo, non c’è qualcuno che può cambiarla: gli elettori hanno votato e dobbiamo fare i conti con questa situazione, ma questo non vuol dire che non devono discutere con nessuno e cancellare la rappresentanza sindacale» ha sottolineato. «Noi stiamo chiedendo di cambiare la politica economica e sociale del Paese, perché sta portando il Paese a sbattere», ha proseguito.