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Elezioni regionali, ultimatum della Lega sulla scelta dei governatori

Pietro De Leo
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Mancano ancora alcuni passaggi nel centrodestra per comporre il puzzle in vista delle elezioni regionali. Gli appuntamenti che attendono la coalizione di centrodestra, per la prima parte del prossimo anno, richiedono un supplemento di lavoro di tessitura perché l’incastro sta dimostrando alcune complessità. Un effetto domino partito dal caso della provincia autonoma di Trento. Qui Maurizio Fugatti, in quota Lega, è stato rieletto, ma non ha nominato sua vice Francesca Gerosa, di Fratelli d’Italia, come invece era stato pattuito. La decisione di Fugatti (che ha voluto come suo numero due un eletto nella propria lista) ha causato l’annuncio di appoggio esterno del partito di Giorgia Meloni, che dunque non è entrato in Giunta. Ma ciò ha rappresentato l’innesco di qualcosa di più ampio, che sta complicando la chiusura degli accordi sulle due caselle regionali, di Sardegna e Basilicata.

 

 

Sull’Isola, la Lega punta alla ricandidatura del presidente attualmente in carica, Christian Solinas, del Partito Sardo D’Azione (che ha un accordo politico con la formazione di Matteo Salvini). Fratelli d’Italia, infatti, vorrebbe per quella posizione il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. Questo nodo, inoltre, ha alzato la temperatura degli autonomisti, che a questo punto non escluderebbero la corsa in solitaria. Basta? No. Perché ad essere in ballo è anche la Basilicata, dove a guidare la Giunta è Vito Bardi, di Forza Italia. In questo caso, pare sia la Lega a preferire un nome alternativo (ci sarebbe già, e secondo l’Adnkronos è quello di Pasquale Pepe, già Senatore leghista nella scorsa legislatura). Sul punto, il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani è stato molto chiaro: «Per quanto ci riguarda il candidato uscente in Basilicata non è in discussione, Forza Italia candida Bardi senza se e senza ma. Noi rispettiamo gli impegni con gli altri, tutti devono rispettare gli impegni presi con noi», ha detto a Rainews 24.

 

 

Il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, dal suo canto osserva: «O si chiude tutto insieme o non si chiude nulla. Se siamo una coalizione dobbiamo considerare tutto il pacchetto. A marzo, prima delle europee, vanno al voto tre Regioni: Sardegna, Basilicata e Abruzzo. Tutte e tre sono governate dal centrodestra ed è naturale la ricandidatura dei presidenti uscenti. La Lega non può essere penalizzata. Noi siamo pronti ad avviare le campagne elettorali domani mattina ma con tutti gli uscenti candidati». E ancora, dice Crippa: «Non è che si può strappare in Sardegna, e poi chiedere di partire con la campagna elettorale in Abruzzo. Perché allora poi vediamo gli indici di gradimento di tutti i presidenti e non so chi va meglio, se Solinas o Marsilio». Da Fratelli d’Italia, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli commenta: «La regola non può essere la spartizione dei candidati tra i partiti del centrodestra, è indispensabile un’analisi dei cinque anni di operato della giunta regionale». E ancora: «Bisogna scegliere il miglior candidato possibile sia per vincere sia, soprattutto, per ben governare».

A questo punto, l’ipotesi di un vertice a tre con Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani per affrontare il dossier sembra un passaggio più che necessario e potrebbe svolgersi già in questa settimana. Per non ripetere quanto già accaduto più volte, negli anni scorsi, in occasione di alcune tornate amministrative, in cui la girandola dei distinguo, alla fine, aveva zavorrato la competitività dei candidati sui territori.

 

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