Meloni avverte l'Europa: "Non voteremo mai soluzioni non sostenibili"
Trattare con l’Europa ma senza accettare compromessi al ribasso. Che vuol dire non tornare al vecchio patto di Stabilità, che per l’Italia sarebbe «esiziale», o aprire indiscriminatamente bandi di gara per i nostri stabilimenti balneari. Giorgia Meloni, alla fine della due giorni a Zagabria, in cui ha discusso delle principali questioni europee prima in una cena «ristretta» con il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il premier croato Andrej Plenkovic e i leader di Polonia e Malta e poi ancora in un bilaterale con Plenkovic, torna a chiarire il suo pensiero sui princiapli temi che riguardano la Ue. Sul patto di Stabilità, spiega, «serve un rush finale», ma certamente l’Italia non voterà soluzioni «che non sono sostenibili, perché sarebbe una follia».
Sul fronte migranti, invece, l’accordo con l’Albania è «innovativo e intelligente» ed è «guardato con interesse» anche da altri partner europei. Per quanto riguarda i balneari, chiarisce, «la lettera di richiamo» di Bruxelles «non preclude le negoziazioni». Invista della fine dell’anno, spiega ancora, quando terminerà l’ultima proroga dello stop al Patto di stabilità, e sulle nuove regole che dovranno essere adottate, «penso che serva un rush finale, il tema è fondamentale per l’agenda strategica europea. Noi stiamo portando avanti delle transizioni, sul tema dell’ambiente, del digitale, della difesa, ma ovviamente servono risorse ed è questo il lavoro che sta facendo l’Italia. Si stanno facendo passi in avanti perché ci si rende conto che il ritorno ai vecchi parametri sarebbe esiziale ma i passi sono ancora insufficienti». È comunque un «lavoro in itinere» ma, sottolinea Meloni, «se io devo impegnarmi a rispettare un patto che so che non sono in grado di rispettare, il problema me lo dovrò porre». «Perché - aggiunge - non sarò in grado di rispettare un patto che non ho votato. Ma non credo che arriveremo lì, io penso che tutti si rendano conto chele posizioni che sta portando avanti l’Italia sono più che sensate, per molti Paesi. Bisogna vedere in queste alleanze variabili alla fine come saranno le cose. Noi stiamo cercando una soluzione che però sia sostenibile, perché sarebbe folle da parte nostra dire che ci va bene una soluzione che però non è sostenibile». La premier coglie l’occasione della prima trasferta internazionale da quando è stato siglato, per difendere anche l’accordo con l’Albania sui migranti, che è «innovativo, intelligente ed è stato accolto con molto interesse dagli altri partner europei, e potrebbe essere un esempio da replicare». Certo, aggiunge, «quello che noi abbiamo presentato è un accordo tra due governi, che ha bisogno di una messa a terra. Sono tutte norme che noi mettiamo a punto, sulle quali ci confronteremo con il Parlamento». E «mi dispiace - rimarca - che qualcuno che cerca di dare una mano all’Italia venga trattato come un paria da alcuni italiani, perché evidentemente qualcuno non ritiene che non sia di sinistra dare una mano all’Italia». Sempre in tema migranti, aggiunge, con Plenkovic «siamo d’accordo sul fatto che ci troviamo davanti a una crisi migratoria senza precedenti e anche sul fatto che si risolve affrontando la dimensione esterna, lavorando a una diversa cooperazione con i Paesi africani».
Il premier, infine, è fiduciosa anche sull’argomento balneari perché, spiega, «c’è una novità importante e interessante: la chiusura del tavolo tecnico che doveva fare una cosa che curiosamente non era stata fatta fino a oggi, cioè la mappatura, per capire se c’è o non c’è scarsità di risorsa, che è la condizione per l’applicazione o la non applicazione della direttiva Bolkenstein. Tecnicamente il tavolo dice che non c’è scarsità della risorsa, oggi bisogna portare questa novità e iniziare una nuova contrattazione con la Commissione». Contrattazione che, assicura, non è preclusa dalla lettera di richiamo di Bruxelles: «Anche la Commissione ha detto che il fatto che stia andando avanti con la lettera di richiamo non preclude le negoziazioni».