No ad Atreju, Fiorello si fa beffe di Elly Schlein
Benedetto sia Fiorello, che mette il dito nella piaga della politica, quando serve. Accade che, siccome siamo a corto di boutade, se ne crea una anche sulla partecipazione della segretaria Pd Elly Schlein alla convention storica di Fratelli d’Italia, Atreju, che si terrà a dicembre. Qualche giornale ventila che la leader dem potrebbe salire su quel palco, ma la diretta interessata smentisce. Fiorello, nel suo programma Viva Rai 2, ci ricava una battuta: «Non ho niente di nero da mettermi», sarebbe la motivazione della Schlein. Che, divertita, riprende la freddura di Fiorello. «Una volta i comunisti citavano Gramsci, oggi citano me... Intestatemi pure una piazza, però mentre sono in vita», ironizza lo showman, «mi accontento anche di un passo carrabile, ci potete scrivere «Qui Fiorello non può parcheggiare».
Una battuta che è insieme la radiografia dei tempi che corrono, dove per i leader è più facile utilizzare il veicolo "pop" rispetto a quelli dei propri riferimenti culturali (laddove esistano, ovviamente). Fiorello intellettuale "engage" della sinistra? Ma no, è solo una coincidenza. Per il campionario battutistico del Pd (da quelle parti l’ilarità non è mai stata molto di moda) bisogna ancora ricorrere all’archivio delle allegorie bersaniane, popolato di «mucche in corridoio» e giaguari da smacchiare. Intanto a smontare il "giallo" di Elly Schlein ad Atreju pensa la stessa presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. «Supereremo, la manifestazione si svolge lo stesso», osserva. E ancora, sul no di Schlein a partecipare alla kermesse, dice parlando con i giornalisti: «L’ho appreso da voi, non mi occupo del programma di Atreju, festa aperta per antonomasia, la prima festa ad immaginare confronti tra leader molto diversi. Bertinotti non aveva timore a presentarsi e dialogare, prendo atto che le cose sono cambiate». E ancora: io mi sono sempre presentata quando invitata e sono stata io ad aprire gli inviti alla sinistra. Sono venuti quasi tutti, Gentiloni, Letta... È una delle primissime volte in cui qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicarla».
A proposito di Bertinotti, il diretto interessato respinge il raffronto eseguito da Giorgia Meloni tra lui e Schlein: «Capisco l’intento ed è un intento a cui non aderisco», dice intervistato dall’Adnkronos. E ragiona che, in quegli anni, «non c’era un clima diverso. Lo scontro era molto aspro. È la politica che era diversa, eravamo in un altro ciclo». Nello specifico, «c’era una politica ancora forte, anche sei già iniziava la fase di declino, ma eravamo ancora lontani da oggi. Due cicli completamente diversi». Certo che, tra le freddure di Fiorello e la "ritirata" di fronte ad Atreju, non è un’altra bella tornata comunicativa per la leader del Pd.