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Sciopero, il numero che smentisce i sindacati. Salvini: vince il buonsenso

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Non poteva certo mancare la guerra dei numeri per lo sciopero di oggi. Accade normalmente con risultati mai condivisi. Nel caso della protesta di giornata le polemiche hanno raggiunte vette altissime considerando gli scontri che ci sono stati fra governo e sindacati soprattutto per quanto riguarda lo stop dei trasporti. Matteo Salvini , protagonista dello scontro più aspro con i sindacati, esulta. Esprime «grande soddisfazione» per la scarsa partecipazione allo sciopero a partire dal settore trasporti. «Non ho sconfitto Landini, ma è la vittoria del buonsenso: una minoranza ha legittimamente avuto la possibilità di manifestare, senza bloccare milioni di italiani», spiega il ministro. Del tutto opposta la valutazione di Cgil e Uil che parlano di piazze piene e uffici vuoti «in risposta ad una legge di bilancio ingiusta e contro la precettazione ai trasporti imposta da Salvini». Sotto il palco di Piazza del Popolo a Roma, stando ai calcoli degli organizzatori, si sono raccolte circa 60mila persone. Tra la folla esplodono anche due bombe carta. Il responsabile, riferiscono i sindacati, è estraneo alla manifestazione. Fermato dal servizio d`ordine delle due confederazioni, è stato consegnato alle forze di polizia. Nessuno è rimasto ferito.

 

L’incidente non ferma l’entusiasmo delle confederazioni che scandiscono i numeri di quello che definiscono un grande successo. Nelle Regioni del Centro le adesioni alla protesta hanno superato la soglia del 70%. Altissima la partecipazione dei trasporti, nonostante la precettazione imposta dal ministro Salvini, con soglie del 100% nei porti, al 70% nel trasporto locale e 80% nella logistica. Dati «straordinari» commentano i sindacati, ma Salvini insiste: «Traffico regolare su tutta la rete ferroviaria, con adesioni intorno al 5%, nessun treno soppresso sull’alta velocità, adesioni sotto il 16% sui treni regionali». Un autentico flop secondo il leader della Lega. A Bari definisce meglio la sua soddisfazione. «Sono orgoglioso che oggi 20 milioni di italiani possano muoversi liberamente per il Paese. Il diritto allo sciopero - ribadisce - è sacrosanto e nessuno lo mette né lo metterà in discussione ma è altrettanto sacrosanto il diritto al lavoro, alla salute, allo studio e alla mobilità. Oggi c’è un diritto allo sciopero esercitato dalle 9 alle 13, ed è giusto che ritiene di aderire, vi abbia aderito».

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