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Sciopero, Salvini avverte Landini: "Chi blocca l'Italia paga". Cosa succede con la precettazione

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"Possono precettare finché gli pare, noi non ci fermiamo fino a quando non abbiamo ottenuto dei risultati". Queste le parole di Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ad Agorà Rai Tre. Insomma, i sindacati vanno allo scontro totale col governo. "Lo sciopero generale è confermato per otto ore. Il ministro Salvini è intervenuto riducendo da otto a quattro ore soltanto per il settore dei trasporti pubblici. Valuteremo con Landini quale sarà il nostro comportamento", afferma il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri a Rtl 102.5.

 

Ma cosa accadrà a quei lavoratori che violeranno la precettazione per lo sciopero del 17? "In caso di violazione, scatteranno le sanzioni previste dalla legge",  afferma il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, nell’intervista a Libero dal titolo "Chi blocca l’Italia paga" in cui il ministro afferma che quello di venerdì "è uno sciopero Pd-Cgil". Dopo i no dei sindacati alla richiesta avanzata dal Garante e dal Ministro dei trasporti, Matteo Salvini, di ridurre da 8 a 4 ore le mobilitazioni che interesseranno il trasporto pubblico locale, il trasporto ferroviario, il pubblico impiego, le poste e i lavoratori dell’igiene ambientale, le possibilità che non si materializzi l’intervento del governo sono ridotte al lumicino. Il Mit avrà comunque tempo fino alle 24 di oggi per emanare l’ordinanza ad hoc: la legge 146 del 1990, e successivamente modificata nel 2000, prevede infatti che "l’ordinanza venga adottata 48 ore prima l’inizio dell’astensione collettiva, salvo il caso in cui sia ancora in corso il tentativo di conciliazione o sopravvengano ragioni di urgenza".

 

Il provvedimento che impone un termine allo sciopero è adottabile quando "sussista il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati", non un semplice rischio ma "un pregiudizio non tollerabile" all’esercizio dei diritti degli utenti sulla base di una valutazione previsionale. Ad adottare il provvedimento il presidente del Consiglio o in caso di rilevanza nazionale, un Ministro da lui incaricato su richiesta della Commissione di garanzia, preceduta da un invito alle parti a desistere dai comportamenti che determinano la situazione di pericolo, nonché da un tentativo di conciliazione. L’ordinanza deve prevedere, come spiega ancora la legge, il differimento dell’astensione o la riduzione della sua durata, e l’imposizione di livelli minimi di funzionamento del servizio compatibili col godimento dei diritti della persona. Per questo, dice ancora la legge, non può esistere "un divieto puro e semplice di scioperare". La precettazione può essere impugnata dai sindacati davanti al Tar anche se questo non sospende l’efficacia dell’ordinanza. 

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