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Sciopero, anche il comunista Rizzo accusa Landini: "Ha tradito i lavoratori"

Dario Martini
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Se un comunista doc come Marco Rizzo arriva a deplorare come viene guidata la Cgil significa che i tempi sono davvero cambiati. L’ex deputato ed ex parlamentare, che con Francesco Toscano ha fondato Democrazia Sovrana e Popolare, non risparmia critiche a Maurizio Landini. Non è tenero neppure con Matteo Salvini, anche se forse questo c’è da aspettarselo.

In questo scontro sullo sciopero di venerdì 17 novembre, chi ha ragione tra i due, Salvini o Landini?
«Hanno torto entrambi. Salvini critica Landini perché fa sindacato. In realtà Landini non fa sindacato. Per nulla».

Come no, cosa fa?
«Non fa nulla. Questi scioperi avvengono quando ormai il mondo del lavoro è stato distrutto completamente: dalle privitazzazioni, dal JobsAct, dall’articolo 18. Hanno distrutto tutto. Adesso Landini fa sciopero? Cosa faceva quando c’era la Fornero che aumentava l’età pensionabile? Fecero quattro ore di sciopero. Poi so che Landini all’epoca era segretario della Fiom, ma comunque era una roba importante».

 

Allora perché ora vogliono scioperare?
«Perché adesso governa il centrodestra. Un centrodestra che ha fatto e continua a fare le stesse cose che faceva Draghi. Perché Salvini e la Meloni hanno preso i voti parlando di quota 41, di soldi agli invalidi, di soldi alle pensioni. Poi hanno fatto esattamente quello che gli diceva di fare Draghi, ovvero hanno fatto il contrario di quello che hanno detto per prendere voti. Quindi se devo dare la palma di chi dei due ha ragione, la risposta è nessuno dei due. Intendiamoci, Salvini fa la sua parte. Ma ha tradito ciò che ha detto all’elettorato. Proprio per questo deve fare il gioco delle parti attaccando Landini. E Landini cosa deve dire dopo aver tradito i lavoratori per oltre vent’anni? Deve attaccare Salvini. Si aiutano l’un l’altro. Ma la sostanza è che oggi il mercato del lavoro in Italia è stato tradito».

 

È nell’interesse dei lavoratori scioperare il 17 novembre?
«Dato che non viviamo su Marte, c’è un esempio concreto di ciò che si dovrebbe fare. In Francia hanno aumentato l’età pensionabile da 62 a 64 anni. In Italia l’hanno aumentata a 67 complici i governi del Pd e della Cgil che ha fatto solo 4 ore di sciopero. La signora Fornero ha portato a termine il compito per cui era messa lì. Senza colpo ferire. In Francia invece hanno messo in campo una battaglia che è durata mesi. Quello è fare sindacato. Quello è fare battaglia politica sociale. Io che sono stato iscritto alla Cgil 35 anni mi permetto di dire che in Francia è stato possibile quello proprio perché non c’è la Cgil. Perché oggi la grande Cgil che fu di Di Vittorio, tradita sino all’osso dalla concertazione sindacale, dal fatto di sedere ai tavoli sociali con governo e padronato, ha distrutto ciò che avevano fatto i nostri padri».

Landini protesta contro la mancata approvazione del salario minimo. Fa bene?
«Blatera di salario minimo quando ci sono ben 22 di contratti nazionali, con paghe ben inferiori ai 9 euro. Che sono comunque una miseria. Contratti tutti siglati dal sindacato concertativo, Cgil in testa. Il 30 maggio di quest’anno, ad esempio, è stato rinnovato il contratto della vigilanza privata con retribuzione oraria di circa 5 euro. Poi ancora quelli delle calzature a 7,9 euro; quelli dell’industria armatoriale a 7,6 euro; quelli dell’industria del vetro a 7,1 euro; gli operai agricoli a 7 euro l’ora; gli addetti delle imprese di pulizia a 8,1 euro. Landini si deve vergognare. I sindacati concertativi non servono i lavoratori, fanno comodo solo ai sindacalisti».

Tra l’altro, nella scorsa legislatura la Cgil non sosteneva il salario minimo...
«Perché governavano Conte e Draghi. Per quello la Cgil faceva finta di niente». Chi dà la linea, la Cgil al Pd o il Pd alla Cgil? «La dà Draghi ad entrambi. Ho pubblicato su Twitter una foto di Draghi con la mano sulla spalla a Landini. Quell’immagine dice tutto. Quella è una mano che mettono i presidenti americani su tutti gli altri presidenti. Biden lo ha fatto con Johnson, con Macron. L’unico che non ha voluto quella mano lì è stato Raul Castro con Obama». La Cisl avrebbe dovuto aderire allo sciopero? «Anche questo fa parte del gioco delle parti. Quando Cgil e Uil diranno una ciglia in più, loro dovranno dire no, va tagliata ancora a metà. Questi sono sindacati che servono ai sindacalisti».

Per fare cosa?
«Per campare. Poi, dopo la carriera nel sindacato, vanno in Parlamento. Hanno fatto tutti così. Di Vittorio però non c’è finito. La grande Cgil non era questa roba qua».

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