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Premierato, Casellati inchioda l'"opposizione del no": la prova dei numeri

Gabriele Imperiale
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“Un'opposizione del no: il no sempre a prescindere dai contenuti”: Maria Elisabetta Alberti Casellati descrive com’è nata la sua riforma costituzionale e lo fa ricordando il suo impegno per una modifica della carta costituente condivisa. “Ho sentito tutti, ho sentito più volte le opposizioni, ho sentito 130 costituzionalisti – racconta la senatrice – mi sono presentata con un testo aperto proprio perché ritenevo che la Costituzione dovesse essere scritta insieme all'opposizione”. 

 

 

Ma nonostante questo: nulla di fatto. E c’è di più. Ospite di Nicola Porro e del suo Stasera Italia su Rete 4, il ministro per le riforme rivela: “Nel nostro programma di governo avevamo l'elezione diretta del presidente della Repubblica”. Casellati viene subito interrotta da Porro che le ricorda: “Eh, però adesso è diventata del presidente del consiglio”. A questo punto l’ex presidente del Senato lancia la bomba: “Certamente, perché abbiamo trovato delle resistenze da parte dell'opposizione”. 

 

 

Porro fiuta la notizia: “Ferma qua. Lei mi sta dicendo che se fosse stata la riforma Casellati-governo centrodestra sarebbe elezione presidente della Repubblica; invece siccome ha ascoltato le opposizioni non è riforma presidente della Repubblica?”, chiede. Casellati non manca di rispondere: “È così. È stato un punto di caduta, nel senso di venire incontro a quelle che erano le istanze, le resistenze, le critiche dell'opposizione”. Ed ecco l’attacco durissimo all’opposizione: “Eravamo tutti convinti che ci fosse un'opposizione costruttiva, non un'opposizione del no. Il no sempre a prescindere dai contenuti”.

 

 

Contenuti criticati da giorni e rispediti al mittente dal centrosinistra. E Casellati lo sa. Nonostante questo il ministro però rivendica uno degli obiettivi chiave della sua creatura. Servirà per “garantire la stabilità. Lo dicono i numeri. In 75 anni di storia repubblicana abbiamo avuto 68 governi della durata media di 14 mesi – dice Casellati – se non dai stabilità, non hai credibilità a livello internazionale, non hai attrattività dal punto di vista economico, non hai la fiducia dei mercati”. E infine un pensiero anche ai cittadini: “per più di 10 anni hanno dovuto vedere il loro voto buttato nel cestino e questo ha provocato una disaffezione”.

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