Paolo Gentiloni fa il suo pronostico sull'Ue: cosa succederà all'Unione
«Se guardiamo alle prospettive per il prossimo anno, potremmo avere ancora una volta un certo livello di crescita. In ogni caso abbiamo evitato la recessione. Ma sappiamo che la crescita sta perdendo slancio. Mercoledì prossimo presenterò le previsioni economiche della Commissione. E, dati i forti investimenti commerciali e i legami finanziari che condividiamo, le dinamiche di crescita nell’Ue influenzeranno anche il resto dell’Europa centro-orientale e sud-orientale». Lo ha detto il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, intervenendo al Forum economico di Vienna.
Solo Gentiloni può salvare la poltrona di Schlein
Gentiloni ha poi affrontato il tema dell'allargamento delle adesioni all'Unione europea. «Penso che la storia e la geopolitica siano sempre state alla base di quello che chiamiamo allargare, ovvero che altri candidati entrino nell’Unione europea. Questo è stato il caso dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Questo è stato il caso dopo il crollo dell’ex Jugoslavia. E questo è il caso adesso. Quindi penso che non dovremmo sorprenderci del fatto che l’Ucraina, che l’invasione dell’Ucraina, Maidan, il popolo con le bandiere europee, non solo a Maidan ma anche in altri Paesi, stia dando un nuovo impulso a questo processo». L'ha detto il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, intervenendo al Forum economico di Vienna. «Il mio appello è comprendere che questo nuovo impulso rappresenta un’opportunità per i Balcani occidentali ed è un’occasione per superare lentamente le difficoltà e i veti, la lentezza che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi anni. So che non è facile ma penso che sì, c’è una spinta geopolitica certamente. Questa spinta influirà sull’intero processo di allargamento e dovremmo cogliere questa opportunità», ha rimarcato. Per sbloccare il potenziale dei Balcani, ha poi aggiunto l’ex premier, «ci sono due cose principali: innanzitutto il tentativo di fare tutto il possibile per l’integrazione economica regionale. Ricordo che, quando ero primo ministro, abbiamo avuto un incontro su quello che chiamiamo il processo di Berlino in Italia. E all’epoca si arrivò a una conclusione con i partner dei Balcani occidentali che decisero per un mercato comune più regionale»