Giuseppe Conte prova ad impedire la verità sul Covid
La drammatica stagione del Covid sembra non avere mai fine. A scatenare il dibattito politico è ancora una volta la polemica sull’istituzione della commissione di inchiesta parlamentare sulla gestione durante l’emergenza scatenata dal Coronavirus. Il primo esponente a riaccendere i riflettori sul tema è stato il leader di Italia Viva Matteo Renzi che su X (ex Twitter) ha scritto: «Oggi (ieri per chi legge, ndr) il Movimento 5 Stelle proverà ad affossare la Commissione Covid con la pregiudiziale al Senato. Saremo in Aula e spiegheremo perché vogliamo la verità sui soldati russi in Italia, sui ventilatori cinesi malfunzionanti, sulle maxi-provvigioni delle mascherine. Ma i grillini non erano quelli che volevano sempre la verità e la trasparenza? E allora perché Giuseppe Conte ha così paura della Commissione?».
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Intanto il provvedimento per la sua istituzione, dopo il primo passaggio alla Camera è ora all’esame dell’aula del Senato, per poi passare in terza lettura di nuovo dall’assemblea di Montecitorio, prima della definitiva conversione in legge. Come se non bastasse nel testo licenziato in prima lettura dalla Camera sono state avanzate diverse modifiche. In particolare, la commissione d’inchiesta non avrà più il compito di indagare «eventuali obblighi e restrizioni carenti di giustificazione in base ai criteri della ragionevolezza, della proporzionalità e dell’efficacia, contraddittori o contrastanti con i principi costituzionali», ma si limiterà a esaminare il fondamento scientifico delle misure di contenimento. Ma non è finita qui perché non dovrà «valutare la legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle relative proroghe nonché dell’utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza». Stato di emergenza, Dpcm e restrizioni - utilizzati dal governo guidato dal leader grillino Giuseppe Conte- non saranno quindi più oggetto di indagine.
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Il timore della maggioranza di governo, ma anche di parte dell’opposizione con Italia Viva, è che questo iter venga ulteriormente rallentato dal Movimento 5 Stelle e dalla sinistra. Sempre ieri infatti anche Alleanza Verdi e Sinistra al Senato ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità all’istituzione della commissione d’inchiesta Covid e sulle misure per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica. A giudizio di Avs l’istituzione di questa commissione esclude di fatto alcuni dei titolari più rilevanti di quella stessa gestione di emergenza, ossia le Regioni. Evidenzierebbe pertanto solo un intento politico e non il vero accertamento dei fatti, così come prescritto dall’articolo 82 della Costituzione.
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Toni e parole diametralmente opposte quelle utilizzate da Fratelli d’Italia che ha indicato la commissione d’inchiesta Covid tra gli obiettivi del governo. «Con la commissione chiediamo verità sulla gestione della pandemia. Lo dobbiamo a chi ha perso la vita», così Marco Silvestroni, senatore di FdI e segretario dell’Ufficio di presidenza. «È ora di fare luce. Troppi sono ancora gli interrogativi che aleggiano su una fase storica che ha fortemente segnato la nostra nazione a livello politico e sociale. Tra i temi di indagine rivendico l’inserimento anche dell’efficacia dei protocolli terapeutici in relazione alla loro applicazione nelle terapie domiciliari e nelle cure ai soggetti più fragili. E gli atti di Commissione Ue ed Ema (l’agenzia europea per i medicinali, ndr) sui vaccini. Chi ha paura di questa commissione ha chiaramente qualcosa da nascondere», sferza il collega Gianni Berrino (FdI), relatore in commissione Sanità al Senato, che si è pure sbilanciato sulla data di effettivo inizio dei lavori: la commissione dovrebbe essere operativa a inizio 2024.