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Giorgia Meloni ha creato un nuovo modello di bilaterale

Gianluigi Paragone
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La morale della storia è che la Meloni ha costruito questo accordo con il premier albanese, il socialista Edi Rama, sulla base di relazioni che intrecciano politica e amicizia. Ed è stata brava perché non solo sta cercando una via politica per uscire da un problema enorme qual è l’immigrazione ma ha anche creato un nuovo modello di relazioni bilaterali che potrebbe essere vincente. Il che indebolisce in un colpo solo l’opposizione italiana e la burocrazia europea. L’accordo tra il presidente Meloni e l’omologo albanese Rama è un ottimo accordo, cucito su relazioni di amicizia, basato sul superamento di antiche ritrosie e persino pregiudizi; un accordo politico che se ben custodito porterà vantaggi all’Italia nella gestione dei migranti soccorsi in mare e nello stesso tempo renderà l’Albania un soggetto di cui l’Europa dovrà capire l’importanza strategica nella sempre calda area balcanica. Contro questa intesa, dicevamo, si sono messi di traverso le opposizioni in Italia e la Commissione a Bruxelles.

 

 

Sui primi c’è poco da commentare: avrebbero voluto giocare la campagna elettorale sull’inerzia del governo rispetto agli sbarchi e contestualmente sulle relazioni pericolose con quei paesi africani terra di partenze dove il rispetto dei diritti umani è sempre sotto giudizio. Con l’Albania, invece, cascano male. Edi Rama, premier socialista di notevole sensibilità, garantirà il rispetto dei diritti dei migranti e rafforzerà la lotta contro i mercanti di uomini, di donne e bambini. L’Albania sa cosa significa emigrare in massa, riempire le navi nella speranza di trovare riscatto e libertà. Sorprende- a me non tanto... - l’irritazione dell’Unione europea che ancora una volta si dimostra una (mostruosa) creatura burocratica, sensibile alla cura delle sue norme strampalate, maniacalmente chiusa sulla sua liturgia e fanaticamente ossessionata da finti blasoni.

 

 

L’Europa ha completamente fallito sulle politiche migratorie, sia nella gestione dei flussi sia nelle relazioni internazionali finalizzate a disincentivare le partenze. L’Italia non aveva scelta: o trovava una via propria oppure il governo si sarebbe ritrovato schiacciato tra l’insofferenza degli italiani per l’aumento degli sbarchi e le differenze in seno alla maggioranza Ursula tra socialisti e popolari. La Meloni si è mossa da sola e ha fatto bene. Aver rafforzato il ponte con l’Albania è anche una scommessa su un’area- i Balcani - che pochi guardano nelle sue evoluzioni più aspre. Invece di replicare con il consueto linguaggio burocratico, la Commissione farebbe bene a guardare con senso politico all’accordo tra Italia e Albania proprio per avere un partner di mediazione laddove covano vecchie tensioni pronte a riattivarsi tra il Kosovo e la Serbia.

 

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