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Migranti, come funziona il patto con l'Albania. Meloni: può diventare un modello

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Il protocollo d'intesa tra Roma e Tirana che prevede dalla primavera del prossimo anno la realizzazione di due strutture di ingresso e accoglienza temporanea in Albania "può diventare un modello di collaborazione tra paesi Ue e paesi extra Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori". Ne è convinta la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che difende l'intesa siglata a palazzo Chigi col primo ministro Edi Rama. La premier, intervistata dal Messaggero, sottolinea anche che la Commissione europea è stata informata dell'accordo "senza che questo comportasse criticità". Bruxelles, tuttavia, chiede "informazioni dettagliate". "Siamo in contatto con le autorità italiane perché abbiamo bisogno di vedere i dettagli", le parole della portavoce della Commissione europea, Anitta Hipper. E proprio in queste ore, si apprende da fonti che seguono il dossier, gli uffici della Presidenza del Consiglio stanno "interloquendo" con la Commissione, con cui è in corso uno scambio di documenti. Secondo quanto riferiscono fonti di governo, invece, per quanto riguarda le procedure per le domande d'asilo, queste saranno sbrigate dall'Albania con tutti i riconoscimenti, e poi donne e bambini verranno riportati in Italia.

 

Sul protocollo si è espresso intanto anche il vicepremier, Matteo Salvini, promuovendo l'azione volta a trasferire in Albania gli immigrati clandestini. "È un passo concreto e significativo - scrive sui social il leader della Lega -. L'Italia non è il campo profughi d'Europa: Tirana l'ha capito e merita un sincero ringraziamento, Bruxelles ancora no". A criticare con forza l'intesa sull'asse Roma-Tirana è invece tutta l'opposizione che in coro boccia l'operato del governo. Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, il protocollo è "in aperta violazione delle norme di diritto internazionale e di diritto europeo. Mi sembra che Meloni sia disponibile a inventarsi qualsiasi cosa pur di non fare l'unica cosa che deve fare, cioè convincere anche i suoi alleati nazionalisti europei di condividere le responsabilità sull'accoglienza, perché è questo che chiedono i trattati europei". Secondo il M5s si tratta di una "operazione di pura propaganda" e di "un accordo confuso che porta con sé parecchi interrogativi sulla sua reale efficacia". Ancora più tranchant il giudizio di +Europa che parla di "Guantanamo made in Italy" invitando l'Europa a "fermare questa follia della nostra premier" e chiedendo a Meloni e al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di riferire in Parlamento i dettagli di un "assoluto e inquietante inedito per l'Italia". Sulla stessa lunghezza d'onda Avs: "Meloni venga a riferire sui costi e sugli aspetti giuridici di questa vera e propria operazione di deportazione di massa". A ribattere, per FdI, è il deputato e responsabile nazionale dell'organizzazione Giovanni Donzelli: "L'opposizione ci attacca e parla di Guantanamo... la soluzione della sinistra? Tutta l'Africa in Italia".

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