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Cibo sintetico, l'annuncio di Lollobrigida: "Italia prima a vietarlo"

Adriano Bonanni
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No al cibo «sintetico». Il disegno di legge del Governo per vietare il consumo di «carne in vitro» approda alla Camera. Approvato dal Senato lo scorso luglio (con i voti dei partiti di maggioranza e Italia Viva) il testo è uscito dal Consiglio dei ministri con l’obiettivo di «assicurare la tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini nonché a preservare il patrimonio agroalimentare, quale insieme di prodotti espressione del processo di evoluzione socio-economica e culturale dell’Italia, di rilevanza strategica per l’interesse nazionale». Con il via libera di Montecitorio l’Italia sarà quindi la prima Nazione al mondo a vietare - in via precauzionale - il commercio, l’importazione e la produzione di latte, carne e pesce prodotti in laboratorio. L’ok definitivo è previsto la prossima settimana.

 

 

Promosso dal ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, insieme al ministro della Salute Orazio Schillaci, il ddl vieta in 7 articoli la produzione, l’immissione sul mercato e l’importazione in Italia di alimenti e mangimi artificiali. Non impedisce la ricerca. Stop poi al ricorso ai nomi «ingannevoli e fuorvianti» per gli alimenti derivati da proteine vegetali, tipo «bistecca di soia». «Noi non siamo reazionari ma siamo conservatori - ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida intervenendo ieri alla Camera -. Conservatore è chi non rifiuta l’innovazione ma sa agganciarla a dei valori». «Non riteniamo corretto dare cibo a tutti: va dato buon cibo a tutti - ha aggiunto -. La scelta dell’Italia è chiara e coerente ed è quella di un Paese libero da carne sintetica. Qualora qualcuno produrrà aragosta sintetica, lo valuteremo. Ora il rischio che abbiamo inteso affrontare deriva da vertebrati». Ma il ministro dell’Agricoltura ha anche sottolineato l’incoerenza di alcuni partiti dell’opposizione: «Ho sentito qui in Aula tanti partiti richiamare affermazioni diverse da quelle portate avanti quando erano in maggioranza. Per esempio, il Movimento 5 stelle ha espresso posizioni diverse da quelle dell’ex ministro Stefano Patuanelli che ha sottoscritto una petizione che chiede di vietare la produzione di carne sintetica». «Anche i colleghi di Azione - ha proseguito - hanno espresso posizioni diverse dal loro leader Calenda che la petizione l’ha sottoscritta, così come Elena Bonetti. E così il Pd con Maurizio Martina, che è direttore della Fao, ha firmato la petizione».

 

 

Nel disegno di legge si introducono una serie di divieti relativi alla produzione e alla commercializzazione di prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. In pratica vengono messi al bando termini come «mortadella veg» o «bistecca e hamburger di soia». È vietato l’uso di denominazioni legali, usuali e descrittive, riferite alla carne, ad una produzione a base di carne o a prodotti ottenuti in prevalenza da carne; riferimenti alle specie animali o gruppi di specie animale o a una morfologia animale o un’anatomia animale; terminologie specifiche della macelleria, della salumeria o della pescheria; nomi di alimenti di origine animale rappresentativi degli usi commerciali. Le disposizioni non precludono l’aggiunta di proteine vegetali, aromi o ingredienti ai prodotti di origine animale. Gli operatori del settore alimentare e gli operatori del settore dei mangimi che violeranno le norme saranno soggetti alla sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 10.000 fino ad un massimo di euro 60.000 o del 10 per cento del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a 60.000 euro. La sanzione massima non può eccedere comunque i 150.000 euro.

 

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