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Governo, il cdm approva il premierato. Meloni esulta: “La madre di tutte le riforme”

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Il Consiglio dei ministri ha approvato all'unanimità il disegno di legge costituzionale proposto dalla ministra per le riforme Elisabetta Casellati sul premierato. A seguito della riunione dei ministri del centrodestra Giorgia Meloni ha parlato in conferenza stampa, lodando il lavoro svolto e il risultato raggiunto: “La riforma costituzionale introduce l'elezione diretta del Capo del governo e garantisce i due grandi obiettivi che ci sia impegnati con gli italiani a realizzare, ovvero garantire ai cittadini da chi farsi governare, mettendo fine ai ribaltoni, trasformismo e governo tecnici. Governi che sono passati sulla testa dei cittadino per realizzare obiettivi che non avevano. Inoltre si potrà avere un orizzonte di legislatura. Considero questa la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia. Quello che non funziona nel sistema è esattamente il tema dell'orizzonte della legislatura. L’assenza di stabilità ha creato un problema nella nostra credibilità anche a livello internazionale. Quando i governi vanno a casa dopo un anno di legislatura questo crea una debolezza strutturale della politica”.

 

 

La leader di Fratelli d’Italia ha anche cercato di dare un segnale distensivo alle opposizioni: “Non vogliamo imporre una riforma ma trovare il più ampio consenso possibile. Confido in un consenso ampio in Parlamento o chiederemo agli italiani cosa pensano”. Poi fuga ogni dubbio sui poteri del presidente della Repubblica a seguito della riforma del premierato: “Abbiamo deciso di non toccare le competenze del presidente della Repubblica. Il ruolo dei presidente della Repubblica viene da tutti considerato, anche dalla stragrande maggioranza dei cittadini, un ruolo di assoluta garanzia. Le competenze del capo dello Stato non vengono toccate dalla riforma, salvo per l'incarico che si dà al presidente del Consiglio, che in questo caso è eletto dai cittadini. Ci siamo dedicati - conclude Meloni - con molta attenzione anche a mantenere inalterato il ruolo del Parlamento come contrappeso rispetto al presidente del Consiglio eletto”. La strada per la modifica costituzionale è tracciata.

 

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