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Medio Oriente, la sinistra soffia sul fuoco e fa il corteo contro la Lega

Christian Campigli
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Un odio ancestrale, profondo, lontano anni luce dalla realtà e dal buon senso. La sinistra italiana vuol distruggere i valori occidentali. Quelli fondati sulla libertà del singolo e della comunità, sul rispetto per le nostre tradizioni, sulla ricerca, attraverso lo studio prima, il lavoro poi, dell'affermazione individuale. Professionale ed economica. L'ennesima conferma di una deriva tanto folle quanto pericolosa giunge dall'adesione di Sinistra Italiana Milano a «Niente da festeggiare Stop War - Stop Racism», il corteo organizzato, per sabato 4 novembre, da Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale, che partirà da piazzale Oberdan e che vedrà associazioni e partiti manifestare per condannare la guerra tra Israele e Palestina e chiedere il cessate il fuoco. Ovviamente la data scelta non è assolutamente casuale. Il serpentone degli amici di Hamas sfilerà perle strade del capoluogo meneghino in concomitanza con un'altra manifestazione, quella annunciata da Matteo Salvini. Il leader della Lega in occasione della festa delle forze armate chiamò a raccolta iscritti e simpatizzanti in difesa dei valori occidentali. Sinistra Italiana ha convintamente organizzato una contromanifestazione che «vuole essere la risposta a questa iniziativa».

 

«La pericolosa instabilità che caratterizza il confronto geopolitico mondiale oggi – si legge nel comunicato del movimento guidato da Nicola Fratoianni - favorisce il proliferare di conflitti regionali ma al contempo non può consentire l’apertura di un nuovo teatro di guerra così pericoloso in Medio Oriente. Quindi va perseguita una immediata de-escalation dell’uso delle armi fino al raggiungimento di un definitivo cessate il fuoco. Nonostante la tragedia e i morti di questi giorni non possiamo cedere alla disfatta della ragione, della politica e del negoziato ma dobbiamo a tutti i costi tenere aperta la prospettiva della ripresa del dialogo e del negoziato, a partire da quello riguardante la liberazione dei prigionieri. Il presupposto però è la fine della carneficina e dello scontro che al contrario continua, giorno dopo giorno, a seminare morti, distruzione e odio».

 

Inutile sottolineare che, il prossimo sabato, sarà un giorno molto difficile per chi abita a Milano. Chiusure del traffico e tensione alle stelle. Perché, al di là delle rassicurazioni di prassi, è arduo non prevedere scontri tra i due gruppi. Soprattutto se al corteo «contro» la Lega parteciperanno anche le ali più estreme, quelle anarco-insurrezionaliste. D'altronde, la sinistra, dopo aver smarrito il sogno del Sol dell'Avvenire, la lotta di classe e il trionfo del proletariato, è da anni che strizza l'occhio ai più grandi nemici dell'Occidente e dei suoi valori: gli estremisti islamici. Una deriva molto pericolosa, ma certo non nuova. Basti pensate che, già nel 1984, il gruppo rock CCCP (una formazione non certo lontana dalle utopie del Partito Comunista) cantava Punk Islam. Un testo che, se ascoltato oggi, suona quasi profetico: «Allah è grande e Gheddafi è il suo profeta». 

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