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Vittorio Feltri contro la festa del sacrificio: perché va vietata

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Halloween, la festività importata dal mondo anglosassone fa ancora discutere. Per molti, non facendo parte della nostra tradizione cattolica, andrebbe addirittura soppressa. A una lettera su questo tema risponde Vittorio Feltri nel suo editoriale pubblicato su Il Giornale del 31 ottobre. Il direttore editoriale, però, punta il dito contro altre festività che recentemente si stanno facendo largo in Italia come la festa del sacrificio di origine islamica. "Sono altre le feste di importazione che, a mio avviso, andrebbero giudicate ferocemente e addirittura messe al bando - scrive Feltri su Il Giornale - come la cosiddetta “festa del sacrificio”, che di solito si celebra nel mese di giugno per tre giorni, festività musulmana durante la quale viene ricordato il sacrificio di Abramo, il quale stava per uccidere il proprio figlio, Ismaele, su ordine di Dio, che lo stava mettendo in tal modo alla prova. I festeggiamenti prevedono l’uccisione di ovini, caprini, bovini, mediante sgozzamento e pronunciando, durante il rito, la formula che conosciamo bene: «Allah è grande».

 

 

 

Feltri sottolinea che questa festività islamica si celebra nel mese di giugno e viola le norme della convivenza civile e i diritti degli animali. "Si tratta di una tradizione cruenta, incompatibile con i progressi morali e normativi che l’Occidente tutto ha compiuto in tema di tutela nei confronti degli animali, esseri senzienti, in quanto prevede che la vittima sia cosciente al momento dell’uccisione e che il suo trapasso non sia rapido e indolore. Come se non bastasse, tale pratica, quando si svolge, come spesso avviene, tra le mura domestiche, o nei cortili, o nei retrobottega, ovvero clandestinamente, è del tutto illegale, dal momento che la macellazione può essere compiuta solo all’interno di impianti autorizzati".

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