Olimpiadi invernali, “responsabilità e non fallimento”. L'intervento di Ambrosi sulla polemica per il Bob
Alessia Ambrosi, deputato di Fratelli d’Italia, è intervenuta per spiegare le ultime scelte della maggioranza di centrodestra in merito alla pista da Bob per le Olimpiadi invernali che si svolgeranno nel 2026 in Italia: “In vista delle Olimpiadi invernali 2026, si è concretizzato un importante passo in avanti verso un’alternativa al costoso e invasivo progetto di una nuova pista da bob di Cortina. Con l’approvazione alla Camera dei deputati all'unanimità dell'ordine del giorno di cui sono cofirmataria, il Governo si è impegnato ‘a valutare soluzioni alternative rispetto alla realizzazione della pista da bob a Cortina’. Voglio precisare che sono stati persi già 27mesi per trovare una ditta in grado di realizzare la pista. A fine luglio è andata deserta la prima gara indetta da Simico e il 20 settembre è scaduto il termine per la procedura negoziata ad invito delle imprese, e nessuno si è presentato. L’appalto non è ancora stato assegnato. Dal 2019 ad oggi il costo relativo all’impianto è triplicato arrivando a 124 milioni di euro. Ma quello che preoccupa maggiormente i cittadini sono i costi di gestione e mantenimento futuri”.
Il governo dice no: bloccata la nuova pista da bob per le Olimpiadi invernali
“Abbiamo appreso – ha continuato l’onorevole di FdI - anche di proposte concrete alternative con la possibilità di affittare la pista a un decimo dei costi di un nuovo impianto che rischierebbe di pesare sulle tasche dei cittadini (in particolare del comune di Cortina). Il documento che abbiamo approvato ieri alla Camera dei deputati rappresenta quindi una scelta che va nella giusta direzione, che permetterà di evitare inutili sprechi di denaro, ma anche di salvaguardare questo meraviglioso territorio da una colata di cemento che rischierebbe di cambiarne il volto in funzione di un singolo evento sportivo (Torino docet). Allo stesso tempo se venisse trovata una soluzione alternativa alla pista da Bob, a Cortina verrebbero comunque mantenute e garantite numerose gare. Una rinuncia, come in questo caso, non rappresenterebbe di certo un fallimento, al contrario, è la dimostrazione di – sottolinea Ambrosi - responsabilità, lungimiranza e tutela nei confronti dei contribuenti e dell’ambiente in cui vivono”.
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