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Imam contro Salvini: "Pagliacciata manifestare in difesa dell'Occidente"

Dario Martini
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La manifestazione di Milano di sabato 4 novembre indetta da Matteo Salvini sarà «pacifica e silenziosa», come ha avuto modo di spiegare il vicepremier e leader della Lega. Ma soprattutto sarà «aperta a tutti, italiani e stranieri, amici della libertà e dei diritti, indisponibili a cedere altro spazio a fanatici ed estremisti islamici». Eppure, c’è qualcuno che la ritiene una «pagliacciata». Proprio questo è il termine usato ieri mattina dall’imam di Segrate Ali Abu Shaima, intervenuto a L’Aria che tira su La7. La guida religiosa della moschea in provincia di Milano ritiene che una manifestazione in difesa dell’Occidente, come quella organizzata dalla Lega in nome di Oriana Fallaci, sia un errore. «Chi vuole alimentare una lotta di civiltà non ha capito niente - sostiene l’imam - E non fa nemmeno l’interesse dell’Europa e dell’Occidente. Io dico a Salvini di interessarsi per i problemi che ha l’Italia e hanno gli italiani invece di fare queste pagliacciate».

 

 

La giornalista al suo fianco insiste: «Quindi non andrebbe fatta?». Risposta: «Perché secondo lei va bene?». Inoltre, secondo il suo ragionamento, scendere in piazza in difesa dell’Occidente va contro i valori dell’Unione europea e della Costituzione italiana. La replica del leader della Lega arriva via social: «L’Europa che difende Israele è contro la Costituzione, i cortei per la Palestina si possono fare, quelli contro il terrorismo islamico invece no. La manifestazione della Lega del 4 novembre a Milano è una "pagliacciata". Pensieri e parole dell’Imam di Segrate, evidentemente allergico ai diritti e alle libertà occidentali. Amen». Nella sua comparsata televisiva, Ali Abu Shaima ce ne ha anche per l’Europa: «Purtroppo ha preso una posizione con Israele senza guardare quello che succede a Gaza, con bambini e donne bombardati». Nessuna condanna all’azione terroristica di Hamas, ai bambini decapitati e ai giovani trucidati al rave. L’imam di Segrate non è nuovo ad uscite di questo tipo. All’indomani dell’attacco ad Israele, sempre nella stessa trasmissione, interrogato su Hamas, aveva detto: «È stata classificata da voi, dall’Italia, dall’Europa come un’organizzazione terrorista, quindi avete tappato tutte le bocche» sulla possibilità di «dare queste opinioni», per cui «non potete farmi questa domanda. Hamas è un problema per i palestinesi o no?».

 

 

Teorie di questo tipo non sono isolate. Dopo gli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre, manifestazioni pro Palestina si sono moltiplicate sia in Europa che in Italia. Iniziative con all’ordine del giorno slogan contro Israele e il diritto all’esistenza dello Stato ebraico. È proprio contro questa deriva che la Lega ha deciso di organizzare la manifestazione di Milano, che si terrà sabato a largo Cairoli. In un colloquio con Il Tempo dello scorso 18 ottobre, Salvini ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto ad indirla: «Tra tante manifestazioni che inneggiano all’Islam, ad Hamas, abbiamo pensato al 4 novembre, giornata non scelta a caso (è la giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, ndr), per rivendicare l’orgoglio di una cultura tollerante ma non disposta al suicidio». Il nodo della questione sta tutto qui. Il valore della libertà e della tolleranza è condiviso da tutti o c’è qualcuno che lo contesta e lo avversa? E, soprattutto, chi scende in piazza per il popolo palestinese condanna anche gli atti terroristici di Hamas? Se guardiamo ciò che è accaduto negli ultimi giorni, con i manifesti di Anna Frank avvolta nella kefia e i cori anti sionisti in piazza conditi di insulti e minacce ad Israele, il sospetto che qualcuno cerchi di alzare il livello della tensione è più che concreto.

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