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Manovra di bilancio, stop al prelievo sui conti
Lega al lavoro per limare e correggere le norme della Manovra che hanno creato qualche mal di pancia nella maggioranza. Da ieri gruppi di lavoro del Carroccio stanno mettendo a punto le modifiche per migliorare in modo sostanziale alcuni provvedimenti a partire dalle pensioni. Non prima però di aver risolto il giallo del prelievo automatico sui conti correnti da parte della Riscossione. Una norma apparsa nella prima bozza della legge di Bilancio circolata dopo l’approvazione da parte del consiglio dei ministri. In sintesi il comma incriminato avrebbe consentito alle Entrate di entrare quasi indisturbata nei conti dei debitori fiscali per prelevare gli importi dovuti. Senza controlli e garanzie, almeno a leggere il testo della misura. Nella serata di ieri però è stata lo stesso premier Meloni a stoppare tutto. In un post su Facebook ha dato l’avviso ai naviganti. «Nella legge di bilancio NON C’È la misura che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate.
Consiglio di non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali». Caso chiuso dunque. Non così per le pensioni. Per ora una quasi certezza prevede l’esclusione dell’anticipo alla fine del 2024 dell’adeguamento alla speranza di vita per chi va in pensione a prescindere dall’età. In sintesi l’adeguamento del limite di età per la pensione di anzianità sarà rimodulato solo tra quattro anni. Non solo. Nell’ultima bozza della Manovra arriva una modifica nel meccanismo che vincolava l’uscita anticipata contributiva (quella dei giovani a 64 anni con 20 di contributi) al raggiungimento di un assegno superiore al valore dell’assegno sociale. Oggi questo indicatore è 2,8 volte superiore. Nella prima versione saliva a 3,3 volte, poco più di 1.400 euro. Nel testo aggiornato arriva a una nuova modifica: anziché 2,8 volte, deve esser pari «a 3 volte, ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli». Più laboriosa invece la vera partita del fronte previdenziale. E cioè quella del peggioramento rispetto alle attuali norme nel pensionamento anticipato con la Quota 104. I tecnici leghisti hanno passato l’intera giornata di ieri a elaborare una proposta alternativa sostenibile dal punto di vista finanziario. La soluzione sarebbe stata individuata, con gran fatica confida una fonte a Il Tempo, ma il riserbo è rimasto elevato. La linea di Salvini è però precisa: «Non ci sarà nessun ritorno alla Fornero, non ci sarà nessuna quota 104. L’obiettivo della legislatura è di arrivare a quota 41, abbiamo quattro anni davanti e quindi in una situazione nazionale e internazionale complicata penso che aiutare 20 milioni tra lavoratori, pensionati e lavoratori autonomi che non pagheranno più l’acconto a novembre è qualcosa di cui andare orgogliosi. Piena fiducia a Giorgetti? Assolutamente sì» ha detto il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, ieri a Napoli.