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Meloni loda la lettera di von der Leyen: cambio di passo sui migrnti

Benedetto Antonelli
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L’Europa cerca l’unità sulla crisi in Medio riente. Mentre inizia a sentirsi il cambio di passo sul dossier migranti, con la linea del governo italiano, supportata dalla Commissione Ue, che inizia a far breccia tra gli altri Stati membri. Partiamo proprio da qui. Bruxelles comincia a intravedere i risvolti che la crisi mediorientale potrebbe avere sui fluissi migratori in Europa. «I migranti sono spinti a cercare una vita migliore a causa di guerre e conflitti e giungono sulle nostre coste in numero maggiore», afferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che chiede all’Unione europea di «reagire e agire unita e risoluta» di fronte a tali sfide e «grandi sconvolgimenti». Sui migranti il Consiglio ascolterà le azioni intraprese dalla Commissione, in base all’impegno di tornare sul tema «su base regolare». Ora il tema non più «di visione in capo al Consiglio ma di fatti in capo all’Esecutivo Ue», fa notare il premier Meloni, che si dice soddisfatta della lettera di von der Leyen inviata ai leader. La missiva, con le proposte di valutare un’estensione della missione navale Irini, di rendere i rimpatri più efficaci e di aumentare i fondi riservati al dossier migranti, «è la dimostrazione che l’Unione europea intende andare avanti concretamente e che su questo argomento stiamo assistendo a un grande cambio di passo». Adesso è necessario estendere gli accordi con i paesi terzi, a cominciare dall’Egitto. Non bisogna ripetere l’errore fatto con la Tunisia, è l’invito di Meloni. «Quello che serve è il rispetto, perché non si può pensare di parlare con le istituzioni di un’altra nazione con l’approccio paternalistico, con questa idea di superiorità che noi delle volte dimostriamo».

Un rispetto che a volte è mancato nei rapporti con Tunisi, «nel senso che abbiamo visto tentativi di dichiarare la Tunisia paese non sicuro da esponenti politici, da forze e realtà politiche, da chi politicamente vuole minare la possibilità che l’Europa governi i propri flussi migratori», rimarca il premier. Intanto, dopo i messaggi contrastanti e confusi tra le istituzioni Ue dei primi giorni, il vertice europeo vuole lanciare un messaggio di compattezza nonostante le posizioni diverse sullo stop ai raid per permettere l’arrivo degli aiuti umanitari a Gaza. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si dice fiducioso che ancora una volta sarà espressa «una posizione unita e molto forte», necessaria in questi «tempi difficili». I Ventisette si stanno orientando verso una richiesta di «pausa umanitaria», ma c’è un ristretto numero di Stati, tra cui la Spagna, che chiede una dicitura più forte, più simile a un «cessate il fuoco». Una soluzione osteggiata dai più perché comprometterebbe la risposta di Israele nell’eliminazione dei terroristi di Hamas. Per Meloni, l’Europa può giocare un ruolo nel «dare maggiore peso all’Autorità nazionale palestinese», una menzione che appare in una delle ultime bozze del Consiglio che nomina l’impegno con i partner, compresa l’Autorità palestinese. La presidente del Consiglio ricorda che «c’è un impegno comune» per evitare un’escalation regionale «dalle proporzioni inimmaginabili». «Una delle cose più efficaci che si possono fare è svelare il bluff che Hamas porta avanti», ovvero quello di aver commesso le sue atrocità «per difendere la causa palestinese».

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