governo

Governo, la sfida di Giorgia Meloni: la maggioranza è compatta

«La maggioranza è compatta, fatevene una ragione». Dopo giorni di voci sulla sua irritazione nei confronti di Forza Italia - e di Mediaset - è la stessa Giorgia Meloni a minimizzare. Lo fa in un momento istituzionale, come le comunicazioni in Senato sul Consiglio Europeo dove si recherà il 26 e 27 ottobre e, per la prima volta dopo giorni, in un discorso in presenza. Nelle stesse ore, viene diffusa l’anticipazione del libro di Bruno Vespa con le parole di Marina Berlusconi, dalla quale arriva un attestato di stima nei confronti della prima donna premier, «ancor più - chiosa la presidente di Fininvest - in questi giorni». La figlia del Cavaliere, a proposito del caso dell’ex compagno di Meloni, Giambruno, dice di aver «letto e sentito di tutto: retroscena inventati di sana pianta, ricostruzioni totalmente prive di senso logico e spesso anche contraddittorie. La verità è una sola: stimo molto Giorgia Meloni. La trovo capace, coerente, concreta». Si sciolgono anche una serie di nodi, come quello sulla prescrizione, con un nuovo accordo nella maggioranza, dopo che quello della scorsa settimana ha ballato per qualche giorno.

 

  

 

 

Ma al suo ritorno da Bruxelles, la premier dovrà però dipanare una nuova matassa, il caso del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, al centro di inchieste di stampa su consulenze retribuite e rimborsi. La premier analizzerà la vicenda, viene sottolineato da fonti di governo, poi farà le sue valutazioni. Dopo i giorni difficili sul piano personale, la maggioranza in Senato tiene a mostrarsi compattata intorno alla presidente del Consigilio, le cui parole sono accolte con una standing ovation. Il discorso di Meloni è tutto incentrato sulle crisi internazionali, dal Medioriente al conflitto in Ucraina. Quasi mai Meloni alza la voce, ma alla fine dell’intervento il tono si scalda quando ribadisce la solidità del suo governo. L’Italia - scandisce la premier - andrà a Bruxelles «con le idee chiare, la schiena dritta, la credibilità che ha saputo conquistarsi in questo anno, smentendo in poco tempo anche i più scettici» e «grazie alla fiducia degli italiani» e «al sostegno di una maggioranza politica compatta figlia di quella fiducia, fatevene una ragione». Nel pomeriggio alla Camera cambia il piglio, più volte punge l’opposizione. «Vi vedo nervosi - dice -. Io governo da un anno, governerò per altri 4 anni e alla fine chiederò agli italiani cosa ne pensano. Perché la democrazia funziona così». Poi ironizza: «Non dovete essere nervosi perché il Governo sta andando male e sta per arrivare il vostro turno». E attacca il leader M5s Conte, sul Superbonus, la sanità, il salario minimo. Sulla prescrizione, l’accordo raggiunto la settimana scorsa tra FdI, Lega e Forza Italia, e che non trova sostanziale opposizione, è tornato a rivivere sotto forma di emendamento dei relatori, Enrico Costa di Azione e Andrea Pellicini di Fratelli d’Italia, con una piccola correzione. Si tratta, spiegano fonti del ministero della Giustizia, di «un emendamento che mette d’accordo tutti»: la prescrizione è sospesa per 2 anni dopo la condanna in primo grado e per un anno dopo l’appello. Il testo, per consentire alla commissione Giustizia della Camera di concludere i lavori dovrebbe arrivare in Aula il 6 novembre.