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Giudici in imbarazzo per i colleghi schierati, strappo di Magistratura democratica

Dario Martini
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I magistrati si dividono in seno all’Anm sul caso Apostolico, la giudice che ha liberato alcuni tunisini dai Cpr e finita nelle polemiche quando si è scoperta la sua partecipazione nel 2018 ad una manifestazione a Catania per far scendere i migranti a bordo di una nave della Guardia costiera e in cui si protestava contro l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’altro ieri l’Associazione nazionale magistrati ha attaccato il governo accusandolo di voler intimorire i giudici. Ma non tutti hanno sottoscritto il documento finale. Un testo, «nel quale non potevamo riconoscerci, che contiene una vera e propria dichiarazione di guerra», spiegano i vertici di Magistratura indipendente, corrente che ha espresso voto contrario. «Chi lo ha approvato - aggiungono - dovrà assumersi la responsabilità di condurre la magistratura italiana tutta in una spirale di contrapposizione con la politica che ci farà apparire parte di uno scontro tra poteri dello Stato, e dunque politicamente schierati. Questo, secondo noi, è il vero agire politico, questo è il vero collateralismo dal quale prendiamo le distanze. Preferiamo continuare a cercare di valutare i fatti con animo giusto e sereno, da magistrati».

 

Posizione che ha ricevuto il plauso della Lega: «È doveroso ringraziare Magistratura indipendente per la saggezza e l’equilibrio a commento del documento dell’Anm che esaspera la contrapposizione istituzionale. Una posizione, quella di Mi, che certamente è condivisa dai giudici che non operano in base a pregiudizi o ideologia e che hanno provato imbarazzo per i colleghi che invece ignorano valori come sobrietà, autocritica, responsabilità».

 

La corrente moderata dell’Anm incassa il complimento, ma allo stesso tempo prende le distanze: «Se veramente la Lega condivide i valori della sobrietà della autocritica e della responsabilità allora cessino immediatamente gli attacchi personali ai magistrati e si cominci a parlare del contenuto dei provvedimenti». E qui si registra il vulnus di tutta questa polemica. La Lega non ha mai criticato la vita privata della giudice Apostolico, ma solo le sue prese di posizione pubbliche, come la partecipazione alla manifestazione di Catania o il post in cui si rilanciava una petizione per sfiduciare Salvini. Non è un caso che, nonostante la difesa di Apostolico, il segretario dell’Anm, Salvatore Casciaro, l’altro ieri abbia sottolineato che «l’imparzialità della decisione va tutelata anche attraverso l’irreprensibilità, la riservatezza e la prudenza dei comportamenti individuali, evitando di apparire all’esterno come soggetti di parte». Perché, come sosteneva Pietro Calamandrei, «è arduo codificare l’indipendenza. Occorrono certo la terzietà e l’imparzialità, ma occorre anche che terzietà e imparzialità siano assicurate sotto il profilo dell’apparenza».

Magistratura indipendente aveva presentato al direttivo un proprio documento che «conteneva - ricordano in una nota Stefano Buccini e Angelo Piraino, presidente e segretario di MI - una ferma condanna alla delegittimazione personale mediatica dei magistrati, alle critiche dei provvedimenti a prescindere dalla motivazione e ai toni scomposti delle affermazioni di alcuni esponenti politici», ma anche «un invito a riflettere su come questa situazione sia stata anche determinata da condotte inopportune di singoli e su come, in un momento così delicato della vita del paese, sia fondamentale che ciascun magistrato preservi il patrimonio di credibilità della magistratura italiana.

Lo abbiamo fatto per invitare tutti, politici e magistrati, a riflettere sui propri rispettivi errori, e chiedere un abbassamento dei toni, ma soprattutto per un dovere di correttezza nei confronti dei cittadini, nel nome dei quali amministriamo la giustizia». Quindi, la replica alle «accuse» provenienti dai colleghi di AreaDg: «Questo, secondo AreaDG, significa collateralismo al governo? Cercare con onestà, agendo da giudici, di vedere tutte le disfunzioni del sistema?».

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