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Israele-Hamas, von der Leyen sotto accusa: "Non rappresenta la posizione Ue"

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La posizione dell’Unione Europea riguardo al conflitto tra Israele e Hamas, come tutte le questioni di politica estera, «è stata espressa dall’Alto Rappresentante e dal presidente del Consiglio Europeo. La posizione dell’Ue in materia di politica estera viene definita e decisa dagli Stati membri, dal Consiglio. Il resto, con tutto il rispetto per le opinioni personali che possono essere pienamente legittime, non rappresenta la posizione dell’Ue». Lo scossone arriva da un alto funzionario Ue e riguarda il discorso pronunciato all’Hudson Institute di Washington dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. «Solo la dichiarazione del Consiglio Europeo, prodotta dai vertici per conto degli Stati membri, è la posizione dell’Unione», sottolinea la stessa fonte, e in quella dichiarazione si cita esplicitamente «la ripresa del processo di pace come l’unica possibile soluzione per questa questione».

 

 

Nel discorso della presidente all’Hudson Institute non si fa cenno alla soluzione a due Stati per la questione israelo-palestinese, né alla necessità di riprendere il processo di pace. Già il viaggio in Israele di von der Leyen, insieme a Roberta Metsola, aveva già provocato non poche alzate di sopracciglio, per quella che era considerata una invasione di campo della presidente della Commissione. Il presidente del Ppe e capogruppo in Parlamento, Manfred Weber, ha difeso la scelta di von der Leyen, ricordando che il Consiglio Europeo ha impiegato «dieci giorni» per riunirsi in videoconferenza e parlare della situazione in Medio Oriente, sottolineando che, mentre si sviluppava la crisi, l’Alto Rappresentante era in missione in Cina.

 

 

La fonte ha fatto notare che è molto «spiacevole» che un «atto terroristico» come l’attacco di Hamas abbia prodotto «conseguenze politiche», perché è la «reazione» all’atto terroristico «che produce conseguenze politiche». L’Ue «rimane impegnata per una pace sostenibile, basata su una soluzione a due Stati», attraverso nuovi «sforzi» per rilanciare «il processo di pace in Medio Oriente», che è «esattamente quello che hanno detto i 27 capi di Stato e di governo». E’ sempre più evidente la profonda frattura tra i vari organi dell’Ue.

 

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