Governo, Manovra oggi in Cdm. Occhi puntati della Ue sui nostri conti
Alla fine potrebbe arrivare a 24 o addirittura 25 miliardi di euro la legge di Bilancio che il Consiglio dei ministri si appresta a varare stamattina. La riunione è convocata a Palazzo Chigi alle 9,30, ma la partita è rimasta aperta fino a poco prima di entrare a palazzo Chigi, a partire dal tema pensioni su cui Forza Italia insiste per portare a casa una aumento degli assegni minimi. Vengono dati come certi circa 23 miliardi, di cui 15 per il taglio del cuneo fiscale, prorogato per tutto il 2024, e per la rimodulazione Irpef con l’accorpamento dei primi due scaglioni in un’unica aliquota fissata al 23%. Uno stanziamento pari a 3 miliardi dovrebbe essere destinato alla Sanità mentre 5 miliardi vanno ai rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione, insieme a una rosa di misure per la famiglia e la natalità. È una cifra che però sembra destinata a salire.
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La manovra «sarà di circa 23-24 miliardi e avrà come obiettivo principale quello di aiutare chi è in difficoltà. Confermeremo il taglio del cuneo fiscale per tutto il 2024» e «faremo di tutto per medici e infermieri con il rinnovo del contratto e per detassare chi può aiutare chi aiutarci a tagliare le liste da attesa», spiega il vicepremier Antonio Tajani, dicendosi sicuro che la legge di Bilancio «porterà anche un qualche aumento delle pensioni, ci sarà qualche rivalutazione delle minime soprattutto». Sabato il premier Giorgia Meloni aveva rivendicato una manovra focalizzata «sulla lotta all’inflazione, sulla necessità di aiutare famiglie e imprese. Ci concentriamo sulle cose serie e importanti, che sono imprese, lavoro, redditi e famiglie. Non ci sono risorse da sperperare e soldi da buttare in cose senza senso». E ieri il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha ribadito che «la legge di Bilancio è fatta di serietà e di un’impostazione che permette oggi di seminare l’Italia del domani». Il senso è che «abbiamo messo in campo tutto quello che potevamo, per quanto riguarda le risorse, in un momento così difficile anche a livello internazionale, che ci convince che bisogna essere prudenti e responsabili», aggiunge il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, osservando che «l’Italia va avanti meglio di altri paesi europei». L’opposizione però resta critica.
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«È vero che la coperta è corta, ma è altrettanto vero che la coperta l’ha voluta accorciare il governo Meloni, che anziché discutere di come contrastiamo l’evasione fiscale, ha discusso di 14 condoni e stavano litigando sul 15esimo, perché loro lavorano così, per mance corporative che non producono maggiore equità fiscale», accusa la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, mentre il segretario di Più Europa Riccardo Magi parla di una manovra «depressiva e deprimente: non solo non ha nulla per crescita, produttività e concorrenza, ma aumenta il debito pubblico scaricandolo sulle prossime generazioni. Un macigno sul futuro dei nostri giovani». Da oggi si apre comunque una fase delicatissima per l’Italia e per il Governo. Due mesi e mezzo, 75 giorni che ci daranno risposte decisive sulla situazione economica, sulla tenuta dei nostri conti pubblici. Il testo che viene approvato oggi sarà la base su cui Bruxelles formulerà il 21 novembre un suo primo parere sulla finanziaria in vista del giudizio finale che arriverà in primavera e che potrebbe sfociare, se i nostri obiettivi di rientro non saranno ritenuti credibili, in una dolorosa e costosa procedura di infrazione. Ma da qui alla fine dell’anno ci aspettano anche i giudizi delle Agenzie di rating. Si apre il 20 ottobre con la «pagella» di Standard and Poors e si chiude il 17 novembre con quella di Moody’s. Se i nostri voti venissero abbassati aumenterebbe il costo statale per rimborsare il nostro debito pubblico. Ecco allora che la manovra in approvazione è solo un tassello di un mosaico ben più vasto.
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