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Vittorio Feltri sulle proteste dei giovani: storditi dal sottobosco di sinistra

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Giovani e proteste. Giovani e sostegno a cause opinabili come il terrorismo islamista. Ne parla Vittorio Feltri nel suo editoriale pubblicato su Il Giornale del 13 ottobre. Il direttore editoriale non condanna genericamente le nuove generazioni perché, tra loro, sono in molti a impegnarsi e a dare il proprio contributo alla società. Ma Feltri critica l'atteggiamento di chi è vittima dell'abuso di web e soprattutto social network. "Sono venuti a mancare i punti di riferimento - spiega Feltri - Gli intellettuali hanno ceduto il posto agli influencer, già da bambini si sogna di divenire come loro, trascorrendo la giornata sui social network, ovvero in una realtà virtuale, dove esporre, sponsorizzare, ostentare marche e marchi acquistando notorietà sulla base di nessun talento, di nessuna competenza, di nessuno sforzo". Per questo molti giovani si ritrovano in piazza, nutriti dai messaggi messi in circolazione sui social dal sottobosco di sinistra che prolifera sul web. "Sono vittime della confusione che alberga nelle menti di questi adolescenti e post-adolescenti storditi dal web, da cui attingono e bevono di tutto - prosegue Feltri - Per puro spirito anti-sistema, sposano la tesi, la teoria, il punto di vista, la ricostruzione che viene somministrata loro come una pappetta da quel sottobosco di sinistra, il cui più grande limite è uno sfacciato senso di superiorità morale che ritiene di essere depositario della verità assoluta e che, dunque, non lo si possa in alcun modo contraddire".

 

 

 

Così molti di loro li ritroviamo in piazza a sostenere posizioni che contraddicono persino le stesse ideologie di cui credono di essere imbevuti. "Ed ecco a cosa conduce la confusione di cui ti parlo - spiega Feltri - A sostenere l’islamismo estremista che pure contravviene a tutte le teorie predicate dai progressisti, ovvero che calpesta e umilia la donna fino al punto da legittimarne la lapidazione, che perseguita gli omosessuali, che soffoca le libertà di ogni tipo, prima tra tutte quella del pensiero...Noi protestavamo per un ideale. Questi qui protestano perché si sentono fighi nel farlo. Tutto qui". 

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