emergenza migranti
Migranti, Apostolico non convalida altri quattro trattenimenti. Piantedosi: "Impugneremo"
Un nuovo scontro si profila in tema di migranti sull’asse Catania-Roma. In linea con la decisione presa già due settimane fa, la giudice etnea Iolanda Apostolico oggi non ha convalidato il trattenimento nel Cpr ragusano di Pozzallo, per quattro migranti tunisini. Ad emettere il provvedimento era stato il questore ibleo ma per la giudice, duramente attaccata dal vicepremier Matteo Salvini nei giorni scorsi, «il trattenimento di un richiedente protezione internazionale ai sensi dell’articolo 2 della direttiva 2013/33, costituendo una misura di privazione della libertà personale è legittimamente realizzabile soltanto in presenza delle condizioni giustificative previste dalla legge». Nel dispositivo, inoltre, la giudice ricorda, come già fatto nei precendenti casi, che «la Corte Costituzionale ha chiarito che la normativa interna incompatibile con quella dell’Unione Europea va disapplicata dal giudice nazionale». Apostolico, in sintesi, dice no alla norma del cosiddetto decreto Cutro che prevede il pagamento di una cauzione, ritenendolo incompatibile con le direttive Ue. Da Cagliari, dove ha presieduto il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi commenta: «Valuteremo e impugneremo. Non conosco questi ultimi provvedimenti nel dettaglio e non do giudizi sommari su procedimenti giudiziari», «ma valuteremo e impugneremo». Il numero uno del Viminale difende l’operato dell’esecutivo: «Siamo convinti che i provvedimenti del governo siano legittimi e rispettosi della cornice giuridica - osserva -. Il tema del trattenimento con lo scopo di identificare e accelerare le procedure alla frontiera è un tema cardine dell’attuale e futura normativa europea, con l’approvazione del patto di migrazione e asilo».
Non tarda a farsi sentire la Lega, che affida a una nota le sue critiche alla decisione del giudice catanese: «Giustizia o politica? Prima in una piazza dove si insultano le Forze dell’Ordine e si difendono gli sbarchi, poi in tribunale per rimettere in circolazione altri clandestini. Un intervento è necessario, come consentito dalla Costituzione, per rispetto della legge, del buonsenso e del popolo italiano». Fanno quadrato attorno alla giudice Apostolico un nutrito gruppo di avvocati, magistrati e docenti universitari che lanciano un appello: «La tutela dell’indipendenza dei giudici passa anche dal rispetto di elementari principi dello stato di diritto». E di «fortissima preoccupazione» per «l’attacco personale rivolto direttamente da rappresentanti del potere esecutivo nei confronti di singoli magistrati» parlano diverse associazioni, da Asgi a Anpi e al Centro Astalli. Tra i firmatari c’è anche don Luigi Ciotti. Sul fronte del video girato sul molo di Catania il 25 agosto del 2018, in cui si vede il giudice Apostolico partecipare ad una manifestazione in sostegno dei migranti a bordo della nave Diciotti, e rilanciato nei giorni scorsi dal vicepremier Matteo Salvini, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, intervenuto alla Camera ha spiegato che «gli approfondimenti effettuati dalla Questura di Catania hanno escluso che il video pubblicato sui social sia riconducibile ai filmati registrati dagli operatori della polizia scientifica in servizio a quella circostanza».