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Rai, M5S e Pd si spaccano ancora. Perché litigano anche sulla tv pubblica

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In Commissione di Vigilanza Rai si dividono M5S e Pd. Dopo il botta e risposta degli ultimi giorni sulla questione migranti fra i leader Giuseppe Conte ed Elly Schlein, anche sul nuovo contratto di servizio 2023-2028 dell’azienda di Viale Mazzini i pentastellati e i dem prendono strade diverse. Il via libera della Vigilanza Rai è il primo passaggio, ora la palla passa al ministero delle Imprese e del Made in Italy e al Cda Rai per l’approvazione definitiva. A Palazzo San Macuto arriva il parere favorevole al contratto di servizio, ma l’opposizione si spacca sul testo messo a punto dal relatore di maggioranza, Maurizio Lupi, leader dei Noi moderati, in cui sono stati accolti alcuni emendamenti della minoranza. A favore, oltre ai partiti di maggioranza, vota anche il Movimento 5 Stelle. Contrari il Partito democratico, Italia viva, Alleanza Verdi e Sinistra, mentre Azione si astiene. «Bene il via libera a larga maggioranza della Commissione di Vigilanza Rai, con il voto favorevole di una parte significativa dell’opposizione, al parere sul contratto di servizio Rai. Un confronto costruttivo tra le forze politiche che rafforza il servizio pubblico con un contratto di servizio credibile, sostenibile, inclusivo e responsabile», è il commento a caldo del titolare del Mimit, Adolfo Urso. Per il relatore di maggioranza Lupi, ancora, «il parere espresso dalla commissione di Vigilanza, anche con il voto favorevole di M5S e l’astensione di Azione, è un segnale importante che rafforza la missione della Rai come servizio pubblico e che permette alla più grande industria culturale del Paese di affrontare le sfide del futuro».

 

 

 

Mentre il relatore di minoranza, il dem Antonio Nicita, decide di rimettere il mandato, perché «come opposizioni siamo insoddisfatti dell’esito dei lavori della commissione di Vigilanza sul contratto di servizio Rai» e sono «troppo poche le nostre osservazioni e i nostri emendamenti accolti nel parere predisposto dal relatore di maggioranza». I dem non ci stanno e annunciano il voto contrario, stessa scelta fatta da Avs «convintamente» e anche da Iv. Sandro Ruotolo (Pd) non le manda a dire: «Dispiace che i 5 stelle abbiano votato a favore di una Rai che, a reti unificate, vorrebbe propagandare le gesta del governo di destra. Noi ci opporremo a questo disegno». Mentre fonti M5S respingono le critiche: «Il parere che abbiamo votato oggi ha migliorato in maniera evidentissima il contratto ricevuto dalla Rai e dal ministro Urso. Il Pd, invece, è apparso quantomeno confuso: prima ha concordato il testo con la maggioranza, poi - con una piroetta finale - si è sfilato, protestando. Non accettiamo nessuna lezione dal Pd, la smettano con questi giochini». E il capogruppo del gruppo Azione-Iv al Senato, Enrico Borghi, sbotta: «Evidentemente appagato dalla lottizzazione, il M5S sul contratto di servizio con la Rai per l’ennesima volta vota con la maggioranza, getta la maschera e svela l’inciucio». Passando alla maggioranza, Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia, vicepresidente della commissione, parla di «ulteriore passo nel senso di un rafforzamento del pluralismo nel servizio pubblico. Dopo decenni di occupazione da parte della sinistra in Rai si respira aria nuova, lo abbiamo visto già al momento dell’insediamento dei nuovi vertici e ne abbiamo conferma oggi». Intanto, FI rileva che «siamo intervenuti su temi di grande rilevanza sociale, per chiedere maggiore tutela dei minori e anche un’attenzione agli adolescenti, a cui rivolgere un’apposita programmazione». «Soddisfatti» i parlamentari della Lega in Vigilanza Rai, secondo cui il lavoro del gruppo «si è svolto su tre direttrici principali: disabilità, trasformazione in Media Company, investimenti tecnologici e territorio».

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