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Marelli, lite a sinistra tra Calenda e i sindacati. “Ospite non gradito”, zuffa dopo il video

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Marelli ha deciso di andare avanti con la chiusura dello stabilimento di Crevalcore. Una scelta che ha scatenato la battaglia dei sindacati, che ora passano all’attacco di Carlo Calenda sul tema. “Calenda non è ospite gradito al Presidio permanente ai cancelli della Marelli di Crevalcore perché noi siamo qui per difendere il futuro occupazionale e produttivo e non per un post sui social network. Riteniamo le affermazioni di Calenda, contenute in un video pubblicato sui social in riferimento alla vertenza Marelli, gravissime e offensive non solo per la FIOM e la CGIL, ma anche per tutte le lavoratrici e i lavoratori. In un momento così delicato in cui la vita, il lavoro, l’occupazione sono a rischio leggere di un esponente politico che al posto di difendere i lavoratori specula per un minuto di celebrità rende poco onorevole il ruolo di deputato della Repubblica. La FIOM e la CGIL in questi anni, non hanno mai smesso di battersi per la dignità del lavoro, la difesa dei posti di lavoro e per un vero piano industriale di Marelli in grado di garantire futuro agli stabilimenti italiani e alle lavoratrici e ai lavoratori”, la nota dei vertici Cgil e Fiom Bologna ed Emilia Romagna.

 

 

Lo scontro a sinistra è durissimo e i sindacati attaccano ancora il leader di Azione: “Accecato dall’odio contro il Segretario Generale della CGIL, Calenda dimostra di non sapere nulla e di non essersi nemmeno documentato su quanto i lavoratori e il loro sindacato hanno fatto in questi anni - accusano dal sindacato -. Abbiamo difeso la fabbrica, gli impianti, i posti di lavoro anche quando le case tremavano per le scosse del terremoto del terribile 2012. Quel giorno c’era Maurizio Landini ai cancelli della Marelli di Crevalcore. Abbiamo lottato tutte le volte che vedevamo commessa un’ingiustizia; abbiamo chiesto garanzie industriali e di commesse al momento della cessione da parte di FCA; abbiamo proposto la realizzazione di un polo nazionale di componentistica per il settore automotive anche con la partecipazione dello Stato; abbiamo contrattato il rientro nel Contratto dei Metalmeccanici; oggi vogliamo una giusta transizione che non sia pagata da chi lavora. L’abbiamo fatto sempre con serietà. L’abbiamo fatto sempre con rispetto. Quel rispetto e quella serietà che Carlo Calenda non riconosce”.

 

 

Calenda ha provato a giustificarsi sui social dopo le critiche ricevute: “Non ho offeso i lavoratori. Ho criticato Landini e la sua compiacenza verso gli azionisti della FIAT e di Repubblica rispetto alla de industrializzazione del settore automotive. Landini non è i lavoratori. Pronto a fare un confronto dove e quando vuole. Ricordo alla CGIL che ho chiesto di bloccare la vendita della Magneti Marelli con la golden Power. Governo Conte. Non mi ricordo analoghe posizioni della CGIL. Andrò a Crevalcore. Accetterò eventuali contestazioni e spiegherò quello che intendiamo fare in Parlamento per difendere i lavoratori di Magneti Marelli. Fine”.

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