Piano casa, Salvini in favore del ceto medio: "Verso i quartieri del futuro"
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini lancia il piano casa, ma stavolta non sarà un modello pensato per le famiglie indigenti ma per la borghesia. «Dopo decenni di ritardi sulle politiche abitative penso non solo all’edilizia popolare ma anche a un piano casa per la borghesia, per gli studenti e i lavoratori non solo meno abbienti. Il disegno complessivo di nuovi quartieri e di nuove città passa attraverso il contributo degli ingegneri». Queste le parole del vicepremier intervenuto in collegamento alla giornata inaugurale dei lavori del 67esimo Congresso nazionale dell’ordine degli ingegneri d’Italia a Catania. Poi specifica «non penso a un piano casa modello Torri di Gratosoglio o via Mecenate, ma penso a un piano casa anche per tutta quella borghesia che non è abbastanza indigente ma neanche sufficientemente benestante». Per Salvini bisogna «disegnare dei quartieri che pensino al 2050, non all’esigenza degli attendati davanti al Politecnico domani mattina» ha concluso.
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Per Simone Gamberini, presidente di Legacoop nazionale, l’avvio di un Piano casa nazionale «non è più rinviabile». Una misura «per rispondere alla condizione di disagio abitativo in cui si trovano 1 milione e mezzo di famiglie che faticano a pagare l’affitto ai valori di mercato o le rate del mutuo; la cooperazione di abitanti si candida ad essere uno degli strumenti che consentono l’accesso alla casa a chi oggi ne è escluso, perché siamo convinti che la casa debba sostenere la speranza e la sicurezza dei giovani e delle famiglie in un’epoca di incertezza». È indispensabile, aggiunge, «che Stato e soggetti privati, in una logica partenariale di co-programmazione e co-progettazione, si assumano la responsabilità di trovare soluzioni per una fascia di popolazione che può pagare canoni sostenibili». Il Piano Casa che ha in mente Legacoop prevede la realizzazione di interventi di alloggi sociali in una logica di limited profit e accessibilità per la domanda debole che però «sono imprescindibili il contributo della leva pubblica (20-30%)». A questi si aggiunge la necessità di «strumenti con ridotto impatto sulla finanza dello Stato; presenza di aree edificabili a basso costo, possibilmente derivanti da processi di rigenerazione urbana».
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Per il responsabile nazionale segreteria Pd sulla casa, Pierfrancesco Majorino «il ministro Salvini continua a rilasciare dichiarazioni come se fossero armi di distrazione di massa per non toccare il tema principale. Dov’è il piano casa? A che punto è? Dove si è perso tra le nebbie dei suoi ufficio?». Poi ha aggiunto «il ministro è invitato a risvegliarsi dal torpore in cui è e a finirla di parlare a vanvera di mini condoni. Noi chiediamo con forza e lo ribadisco in questa sede che vogliamo fondi, non parole e vuote promesse, sul sostegno affitti, sul recupero delle case popolari vuote e una vera regolamentazione degli affitti brevi. Basta delegare ai privati soluzioni che devono arrivare dal pubblico», ha concluso Majorino. Duro Antonio Caso, capogruppo M5S in commissione Cultura alla Camera. «Matteo Salvini ci ha abituato a dichiarazioni al limite del ridicolo, ma quella sugli studenti "attendati davanti al Politecnico" è davvero grossa. In un solo colpo offende gli universitari italiani alle prese con gli affitti alle stelle, ma soprattutto le loro famiglie, quel ceto medio che Salvini chiama "borghesia" e che è stato tradito da questo governo».
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